L'attesa è logorante. Paulo Dybala è come un leone in gabbia. Ieri l'ecografia alla quale si è sottoposto ha soltanto confermato quello che già sapeva. La lesione al quadricipite femorale sinistro è lì a tormentarlo, ma per capire quanto dovrà star fuori bisognerà aspettare la risonanza magnetica di oggi pomeriggio. Nulla di strano, è la prassi medica a prevederlo. Anzi, ad esser pignoli, bisognerebbe forse utilizzare il condizionale perché normalmente per l'esame strumentale bisogna attendere che l'edema che si è formato si asciughi del tutto. Normalmente ci vogliono 48 ore ma a volte può impiegare un po' di più. È quello che non si augura Dybala. Perché già questo aspetto sarebbe dirimente: se la Joya dovesse, come da più parti confermato, sottoporsi agli esami in giornata, lo stop dovrebbe essere più breve. Altrimenti i tempi si allungherebbero. Si oscilla quindi da una forbice di poco più di 20 giorni ad un massimo di 4-5 settimane. In ballo il derby in programma il 6 novembre ma soprattutto quel Mondiale in Qatar (al via il 20 novembre, l'Argentina esordirà il 22 contro l'Arabia Saudita) che attende da tempo. Ieri il barometro dell'umore a Trigoria tendeva verso il positivo ma in questi casi meglio non sbilanciarsi.
Roma-Lecce, le pagelle: Smalling è ovunque, flop Zaniolo. Pellegrini prezioso
CRONISTORIA
Quello che è certo è che lo stop non ci voleva.
Dybala, Mourinho: «Sta male, anzi molto male. Se lo rivedremo nel 2022? È difficile»
STRAVOLGIMENTO
Il responso però arriverà oggi: dal grado della lesione, dipende il suo futuro prossimo e di conseguenza quello della Roma. Perché la molla emotiva con vista Qatar che ha spinto Dybala ad accettare la proposta giallorossa in estate, non deve allentarsi. L'aspetto psicologico nella vicenda non è da sottovalutare. Bastava guardarlo domenica sera in panchina, quando non sapeva ancora nulla, con un volto che tradiva preoccupazione e tratteneva con difficoltà un pianto nervoso. Sensazione che Mourinho ha confermato appellandosi al fato che gli «toglie un calciatore a partita». Ma ci sono giocatori e giocatori. E Dybala sposta inevitabilmente più di altri. Basta leggere qualche numero: 7 gol nelle ultime 8 partite, 4 in campionato, un terzo di quelli della squadra. E soprattutto basta vedere le partite, perché c'è una Roma con Paulo e un'altra senza. Volenti o nolenti, José ha costruito la squadra attorno a lui. E non averlo stravolge i piani più di quanto l'assenza «drammatica» (cit.) di Wijnaldum stia già facendo. Giovedì, ad esempio, quando la Joya dovrà rimandare la rivincita con il compagno di nazionale Rodriguez, Mou - complice la squalifica di Zaniolo - sarà costretto a schierare una Roma quasi inedita, con Pellegrini trequartista dietro la coppia Abraham-Belotti. Considerando il momento di forma dei due centravanti e l'importanza della gara, c'è poco da sorridere.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout