Deciso al vertice, quasi scontato in coda, con le milanesi fuori gara da tempo, l'interesse generale è ai minimi storici. Sicuri che spezzettando così tanto il calendario e smontando il rituale domenicale si abbia un reale vantaggio? A vedere il pomeriggio di Sky, Mediaset e Rai non si direbbe proprio. Costrette a vario titolo a celebrare un rito svuotato, riempito dal niente, in attesa di quello che sarebbe accaduto in serata.
Inaspettata, ma quanto mai propizia, la bagarre per il 2° e 3° posto è infatti l'unico vero motivo che rimane da qui alla fine del campionato. Roma e Lazio ne sono le autentiche protagoniste, con Sampdoria, Napoli e Fiorentina a rincorrere. Per giallorossi e biancocelesti sono stati 90 minuti di autentiche emozioni. Le due squadre vivono momenti completamente diversi, e le vittorie di ieri sera lo hanno confermato. Ancora insicura e fragile, la Roma di Cesena ha comunque dato segnali di ripresa. È stata la vittoria del gruppo, della voglia di reagire al momento negativo.
Garcia si è giocato carte a sorpresa buttando nella mischia Ucan, Doumbia e Pellegrini, ma il simbolo del successo porta la firma di De Rossi, tra i calciatori più criticati, escluso dalla nazionale, finalmente protagonista. Spregiudicata, a tratti irresistibile, la Lazio è il manifesto del bel calcio e dell'esuberanza. Felipe Anderson è la stella ma è tutta la squadra a sprizzare energia e voglia di stupire, gioca a memoria e corre il doppio degli altri. Per 38' minuti la squadra di Pioli ha perfino accarezzato il secondo posto, una posizione che sente alla portata e al quale ridà appuntamento già per il prossimo turno. Sarà un derby indimenticabile da qui alla fine.