Diritti tv, bocciata la norma Lotito: «Il governo dia spiegazioni»

I club, raramente su posizioni tanto vicine, sono con lui e insistono col governo per avere una legge che permetta più rapidamente di oscurare i siti pirata

Diritti tv, bocciata la norma Lotito: «Il governo dia spiegazioni»
di Alberto Abbate
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Mercoledì 15 Febbraio 2023, 11:43 - Ultimo aggiornamento: 23 Ottobre, 19:45

Uno schiaffo annunciato. Il Governo ha bocciato la norma Lotito. Un emendamento al decreto Milleproroghe ha disposto ieri pomeriggio al Senato la soppressione del comma 5-bis ovvero quello che prevedeva il prolungamento da 3 a 5 anni dei contratti in essere con Dazn e Sky sui diritti tv del calcio e dello sport. Lotito è indignato: «Ci devono dare delle motivazioni. È una proroga? Comporta spesa?», sottolinea il senatore di Fi, alludendo al fatto che a suo avviso la misura non sarebbe stata in contrasto con il provvedimento. Il presidente della Lazio sospetta che dietro lo stralcio dell'emendamento, di cui era primo firmatario, non ci siano state solo le pressioni da parte del Quirinale, ma soprattutto quelle di una parte della maggioranza ostica al suo eccessivo protagonismo. Poco importa che tutta la Lega Serie A fosse schierata al suo fianco, non solo con un comunicato: «Siamo sorpresi del cambio di direzione del governo e vogliamo capire cosa sia successo su una misura senza oneri per la finanza pubblica spiega il presidente, Lorenzo Casini e molto utile per il nuovo bando sui diritti tv per tutto lo sport italiano». In realtà, quasi vitale in sede di negoziazioni anche con altri competitor (c'è Amazon Prime alla finestra) che ora giocheranno al ribasso rispetto ai 927,5 milioni l'anno pagati da Dazn, che non ha alcuna intenzione di replicare le cifre dell'ultimo triennio per un campionato che non attrae più come un tempo e in cui persino le ultime vicissitudini della Juve incidono.

Legge Anti-Pirateria

Insomma nel 2024 il bando per le tv si annuncia sanguinoso: offerte in caduta libera, quindi meno risorse per i club, con lo spettro concreto del default per un movimento che in questi anni non ha saputo trovare altre forme di ricavo. E adesso si aggrappa al recupero di 300 milioni l'anno sottratti da quella fetta di utenti che, la Serie A, la guardano in modo abusivo. Ironia del destino, secondo una stima approssimativa la cifra corrisponderebbe agli introiti che dovrebbero venir meno dai diritti tv nel prossimo bando. La Lega Serie A invoca una legge contro la pirateria ma il Ministro dello Sport Abodi ha già dato parere negativo - e in prima fila c'è di nuovo il portavoce Lotito, vice-presidente della commissione bilancio, pronto a far ripresentare un emendamento, ovviamente con un altro firmatario, non appena si troverà un testo giusto in cui inserirlo. Insomma, Lotito ha preso uno schiaffo, ma non si sente affatto al tappeto. I club, raramente su posizioni tanto vicine, sono con lui e insistono col governo per avere una legge che permetta più rapidamente di oscurare i siti pirata - oggi è necessaria l'autorizzazione di un giudice, ad esempio, con inevitabile dilatazione dei tempi per la chiusura dei portali illegali - e di punire più severamente tanto chi diffonde le immagini delle partite senza averne i diritti, tanto chi ne sta usufruendo. La battaglia è tutt'altro che finita, attendiamoci nuovi round.

 

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