Pallotta-Lotito: non c'è partita. Due modi opposti di essere presidenti

Claudio Lotito e James Pallotta
di Emiliano Bernardini
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Domenica 26 Gennaio 2020, 09:30
Lotito e Pallotta. Pallotta e Lotito. Due volti perfetti per rappresentare questo derby degli opposti. Uno lanciatissimo e presente, l’altro assente e ormai all’addio. Per Claudio Magno può essere il derby del sogno, per Jim quello dell’incubo finale. Lotito guida il calcio italiano, Pallotta lo sta per lasciare. Il patron biancoceleste nei suoi 16 anni di presidenza ha vinto ben 6 trofei e undici finali raggiunte. Il collega americano ha la striscia più lunga senza aver vinto nulla. L’unica soddisfazione è essere arrivato in campionato sempre sopra la Lazio. L’onta più grande la finale di coppa Italia del 26 maggio 2013. La Lazio guarda in alto e lo fa con la convinzione delle grandi squadre. Non può e non deve essere un derby a distogliere la testa da quella pazza idea chiamata scudetto. La Roma naviga più a vista. Cerca la Champions come porto sicuro di una stagione tormentata. Dagli infortuni. Dalla sfortuna. Dal cambi di proprietà. Fonseca si è ritrovato a dover far numeri a colori anche solo per schierare un undici di rispetto. Non ha mai avuto tutta la rosa a disposizione. Questo ha influito molto sull’andamento della stagione. Il quarto posto come obiettivo stagionale. 
STRISCIA RECORD
La Lazio viene da 11 vittorie di fila. Non certo una striscia casuale. Piuttosto il giusto ruolino di una squadra forte, di un tecnico preparato e predestinato e di un gruppo che sta insieme da 4 anni ed è cresciuto. Davanti c’è la dodicesima. Quella del primato cittadino. Quella che secondo gli storici del campionato porta allo scudetto. E’ successo già quattro volte: Mancini all’Inter, a Conte alla Juve e per due volte all’Allegri bianconero. La Roma viaggia tra alti e bassi. La continuità è una chimera. In estate ha cambiato tanto a cominciare dal tecnico. Fonseca si è rivelato un ottimo allenatore che però non ha avuto materiale da plasmare.
IL DISCORSO
Lotito pater familias. Pallotta quasi uno sconosciuto. Claudio ha faticato a farsi apprezzare, il secondo ha fatto di tutto per non riuscirci. Claudio è passato dalle contestazioni roventi agli applausi per le coppe vinte. Jim sarà ricordato più per le cose negative che per quelle positive. Ieri Lotito è andato a Formello per caricare la squadra. «Siamo una grande famiglia. Dobbiamo dare tutto in campo per vincere. Fondamentale sarà restare umili» le parole rivolte alla squadra. Pallotta è rimasto in silenzio. Nemmeno un cinguettio da oltreoceano. 
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