De Rossi: «Sono al Boca per cercare nuovi stimoli. Darò alla squadra quello che avrei dato alla Roma»

De Rossi: «Sono al Boca per cercare nuovi stimoli. Darò alla squadra quello che avrei dato alla Roma»
di Gianluca Lengua
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Lunedì 29 Luglio 2019, 22:02 - Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 10:55
Daniele De Rossi spiega la sua scelta di lasciare la capitale e vestire la maglia del Boca: «Sono fatto così, ho vissuto 20 anni in un ambiente di matti in cui si vive il calcio 24 ore al giorno». Il centrocampista racconta come è nato l’impulso di volare in Argentina e cambiare vita nel corso della sua conferenza stampa di presentazione. 

Burdisso e il Boca. «Burdisso mi ha raccontato tanto del Boca. Chi non sta dentro lo stadio non può capire cosa vuol dire farne parte. E’ uno spettacolo, ma ho trovato oltre al lato affettivo un club serio».

Messaggio ai tifosi. «È qualcosa di incredibile, anche vista l’ora. Non posso che ringraziarli facendo il mio lavoro in maniera sera. È uno stimolo e una spinta in più per fare il mio lavoro. In questi giorni abbiamo fatto altro, ma io devo essere un calciatore serio e questo mi dà tanta responsabilità».

Perché il Boca. «Una volta ufficiale la notizia del mio addio alla Roma abbiamo iniziato a sentirci e Burdisso era intenzionato a portarmi qui. Io gli ho detto subito di sì, ma poi ci ho pensato. Cambiare così tanto poteva spaventarmi. Il sì è stato per la mia voglia di giocare a calcio in un ambiente stimolante. La garanzia è stata anche Burdisso, mi ha detto che il presidente è un uomo onesto e che qui si fanno le cose per vincere. Non mi avrebbe portato in un posto in cui sarei stato male».

Come lo hanno convinto. «Io sono un giocatore che parla poco, non mi piace parlare del mio futuro. Sono uscite cose non vere, non ho un profilo social attivo e non sentivo il bisogno di smentire. La smentita è arrivata quando ho detto sì. In certi casi è meglio stare zitto. Penso che tutto quello che ho visto qui è una continua conferma che è il posto giusto per lavorare e io non ho bisogno che mi dicano di strutture fantascientifiche. Ma ho bisogno di gente seria, io voglio giocare a calcio. In un ambiente che mi dia stimoli, la cosa importante è come vivo io il calcio, 24 ore al giorno, non voglio un posto che mi spenga».

Il debutto. «Mi sono allenato sempre da solo, ma quando sono arrivato ho capito che un conto è allenarsi da solo è un conto è toccare la palla e farlo con i compagni. Il mister ha l’obbligo di pensare alla squadra e quando sarò pronto il mister mi farà giocare. Ieri sarei entrato vestito in borghese, ma una partita in più o in meno non cambia. C’è tempo».

Obiettivi. «I miei obiettivi sono quelli del Boca che ora è la mia squadra. L’obiettivo del Boca vincere la Libertadores e vincere tutto. Sono qui per aiutare. Ovviamente spero che mercoledì le cose vadano bene, la squadra è concentrata. Voglio giocare questa competizione e mi dispiace che questa giornata possa togliere l’attenzione dalla partita che giocheranno i miei compagni»,

Zarate e Tevez. «Io non chiamerò i miei compagni per venire qua perché non è il mio lavoro, ma ogni giocatore dovrebbe vivere quello che sto vivendo io. Nessuno dovrebbe fare a meno di fare una esperienza del genere. Con Zarate c’è stata tanta rivalità con il derby a Roma, diverso da quello con il River, ma allora la Lazio era forte come noi e ce la siamo date in campo. Tevez ha giocato sempre in squadre superiori e verrà ricordato per nel calcio europeo. Tutti mi hanno accolto in una maniera incredibile e questo mi emoziona ancora di più. La cosa importante per un calciatore è sentire la fiducia della squadra, sto cercando di parlare il più possibile spagnolo per avvicinarmi ai miei compagni».

Maradona. «Ha avuto importanza quando ho cominciato a seguire il Boca perché ero piccolo, quando ho iniziato a capire qualcosa di calcio erano gli anni successivi a Maradona, con Italia 90. Non puoi non innamorarti di Maradona e lì ho seguito il Boca, poi l’obiettivo si è spostato sulla follia che c’è qui».

Boca come Roma. «Questo è il segno che sono fatto così. Ho vissuto in un ambiente di matti, vivendo il calcio 24 ore al giorno. Ho sempre fatto questo lavoro con professionalità, anche se magari avrei vissuto in maniera più rilassata in altri luoghi. Ho scelto questo posto, perché comunque vada questa stagione a livello umano mi arricchirà tanto, migliorerò tanto e la mia famiglia con me.

Il calcio argentino. «Devo scoprire cosa posso migliorare. Il calcio argentino dà tanto dal punto di vista della passione e dell’energia. Ciò che posso dargli io non lo so, darò qualcosa alla squadra, ai miei compagni. Lo stesso che avrei dato ai compagni della Roma. Non farò le rovesciate e i gol di Maradona e Messi, sono in forma e darò il massimo».
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