TENTATIVO DISPERATO
De Rossi, con la sua fascia al braccio, chiude da titolare. I genitori in tribuna. E con loro la moglie Sarah e i suoi gioielli Gaia, Oivia e Noah che li accompagneranno nel giro di campo a fine partita. Oltre alla commozione e alla rabbia, c’è pure la classifica. La Roma entra in campo al 6° posto e sicura di giocare l’Europa League, partendo da testa di serie nel 2° preliminare (25 luglio-1° agiosto) e sapendo che si dovrà comunque preparare pure per il 3° (8-15 agosto) e per l’eventuale playoff (22-29 agosto): estate di full immersion (6 match in più). I giallorossi entrerebbero direttamente alla fase a gironi solo se riuscissero a sorpassare il Milan (è avanti di 2 punti) o se il club rossonero rinunciasse alle coppe per azzerare il conto in sospeso con l’Uefa per il mancato rispetto del Financial Fair Play. Aritmeticamente Ranieri ha ancora la chance di prendersi il 4° posto: vittoria con il Parma e ko dell’Inter, dell’Atalanta e del Milan (a pari punti con Spalletti e Gasperini, classifica avulsa fatale a Lucio) o successo per 5-0 e sconfiita 1-0 dell’Inter (differenza reti).
VERSO IL FUTURO
Cala, insomma, il sipario sul campionato più deludente degli ultimi 6. La Roma si piazzò al 6° posto anche nella stagione 2012-2013 con Andreazzoli, subentrato a Zeman, ma raccogliendo solo 62 punti. La peggiore con questa proprietà, in 8 anni di gestione, resta però quella iniziale 2011-2012, con Luis Enrique: finì al 7° posto a quota 55. Fuori dall’Europa per 2 volte di fila. Da domani parte il nuovo ciclo. Bisogna aspettare il sì di Gasperini e l’ok della famiglia Percassi: a Trigoria, però, c’è la certezza di non dover assistere all’ennesimo ribaltone che impedirebbe al tecnico dell’Atalanta di diventare l’erede di Ranieri che saluta stasera con De Rossi, Dzeko e Kolarov. Al tempo stesso si attende il via libera di Cairo per ufficializzare pure Petrachi, pronto a prendere il posto di Massara che si prepara ad allungare la lista dei partenti. Il nuovo ds si porterà dal Torino il collaboratore Cavallo e il segretario generale Longo. Contemporaneamente sarà da verificare la posizione del vicepresidente Baldissoni (contratto in scadenza), ormai distante dall’area tecnica e spostato esclusivamente sulla questione stadio: possibile la separazione con l’unico dirigente che, a parte Baldini (pure lui sempre presente. ma dall’esterno come suggeritore di Pallotta), ha lavorato, fin dal giorno dello sbarco americano nella Capitale, per la proprietà Usa.
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