Una bella Italia pareggia in Croazia 1-1
Il cucchiaio di Candreva vale il secondo posto

Una bella Italia pareggia in Croazia 1-1 Il cucchiaio di Candreva vale il secondo posto
di Ugo Trani
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Venerdì 12 Giugno 2015, 18:27 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 14:07

Il carattere e l’orgoglio dell’Italia, nella notte di Spalato, fanno la differenza: l’1 a 1 con la Croazia vale molto di più di quello dell’andata a San Siro. Prestazione di spessore. Con personalità e gioco. Il punto, dopo il pari in casa della Norvegia, serve a difendere il secondo posto nel gruppo H. E non solo. Perché adesso gli azzurri giocheranno 3 delle ultime 4 gare in casa: l’Europeo in Francia non è dunque a rischio.

RINCORSA AD HANDICAP
Solo all’inizio, e più per gli imprevisti, lo scontro diretto con la Croazia che resta 2 punti avanti, non sembra offrire sensazioni positive. Il rigore ingenuo di Astori per il rigore che Buffon comunque respinge intuendo facilmente il tiretto centrale di Mandzukic, il gol regolare annullato a El Shaarawy e, con gli azzurri a protestare, il contropiede del vantaggio gestito da Ratikic e chiuso proprio da Mandzukic, mai a segno nelle precedenti cinque gare di queste qualificazioni. Come se non bastasse cominciano a zoppicare Bonucci e proprio Buffon, toccato involontariamente al ginocchio destro da Mandzukic dopo il tap in di sinistro per l’1 a 0. E si arrende De Silvestri, colpito duro pure lui al ginocchio destro in un contrasto (distorsione che lo costringe a lasciare i compagni e a rientrare subito a Genova per gli accertamenti). Sulla destra spazio a De Sciglio.

RABBIA E GIOCO
La Nazionale di Conte, però, è in partita. El Shaarawy, su tocco da sinistra di Pellè, calcia lentamente tra le braccia di Subasic la palla del pari. Mandzukic, invece, respinge con il braccio in area per togliere la palla dalla testa di Pellè, bravo a staccare sulla punizione di Pirlo. Rigore, trasformato con il cucchiaio da Candreva. Due gol azzurri per il laziale, entrambi alla Croazia. Pellè, prima della fine del tempo, ha la chance per il sorpasso: destro deviato in angolo da Subasic. Buffon non rientra dopo l’intervallo (ferita suturata con 10 punti): in campo Sirigu. Conte urla nel silenzio e l’Italia si prende definitivamente l’iniziativa. Non sbanda più. Anzi ha la palla da tre punti. Debole e centrale i tiro di Parolo. La nazionale di Kovac si limita a qualche contropiede. Ma è nervosa e paga l’assenza del regista Modric. Convince, invece, il 4-3-3 di Conte. Corretto l’atteggiamento nelle due fasi. E’ come se il modulo, per gli azzurri, non fosse nuovo. Nel finale entra Ranocchia per El Shaarawy. Chiusura con il 5-4-1. Per non rischiare. Anche se prima del recupero viene espulso Srna per doppia ammonizione e la Norvegia pareggia a Oslo contro l’Azerbaigian. La serata finisce sicuramente meglio di come era cominciata.

SVASTICA DA HOOLIGANS
L’Italia di Conte non vince da 7 mesi ma resta imbattuta. E in assoluto non perde dal settembre 2006 nelle qualificazioni europee (sono passate 26 gare dal ko contro la Francia a Parigi: 3-1). Da Spalato la nostra nazionale torna solo con indicazioni positive per il futuro (martedì altri esperimenti a Ginevra nell’amichevole contro il Portogallo). Il tridente piace per la classe di Candreva, la potenza di Pellè e il talento di El Shaarawy. Così come il blocco Juve, anche se incompleto, continua a dare garanzie. La Croazia, invece, non riesce proprio a fare a meno delle bravate dei suoi hoolingans: i razzi sparati in campo, dall’esterno, prima del fischio di inizio e la svastica, coperta poi con la terra nell’intervallo, disegnata sul terreno di gioco. C’è poco da sventolare la bandiera, come ha fatto il piccolo aereo che ha sorvolato lo stadio Poljud a fine pomeriggio.