Ronaldo sulla via della gloria, Ibra finisce nel solito vicolo cieco

Ronaldo sulla via della gloria, Ibra finisce nel solito vicolo cieco
di Matteo Sorio
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Giovedì 14 Aprile 2016, 12:23
Galeotto, o meglio lampante, fu quell'incrocio là. Correva l'11 marzo 2009. Ottavi di finale. I 75mila dell'Old Trafford si portarono a casa un gran sorriso e due fermi immagine. Il primo: un triste, solitario y final Ibrahimovic che restava col colpo in canna e già iniziava a riconoscere il profumo di tabù. Il secondo: un giovane Cristiano Ronaldo che chiudeva il conto porgendo la testa a un bacio dalla sinistra di Giggs. Risultato: 2 gol del Manchester Utd, zero dell'Inter, uno che sorrideva all'avvenire europeo e l'altro che avrebbe tirato volentieri di boxe col primo che passava. Nulla, oggi, è cambiato. Della Champions League, Cristiano Ronaldo è cittadino onorario con loft in centro storico, 94 gol che sono da guinness, +11 rispetto a Messi e a ogni paragone. Ibra, invece, abita in periferia, contratto d'affitto e sempre a scadenza: eliminato, 15 volte su 15. Come dire: luce e buio, amore e odio. È la teoria degli opposti sublimata in due figurine Panini.

NOTTI MAGICHE (E NON)
Si parte da una cartolina reale e si arriva a Photoshop. La cartolina data due sere fa. Di qua: CR7, la tripla da remuntada che manda fuori il Wolfsburg e avanti il Real Madrid. Di là: Ibra, il Man City che vola in semifinale e quel maledetto profumo riassaporato (e daje) in salsa Psg. La Coppa dalle grandi orecchie è un semaforo verde per il 31enne portoghese (fedele a tre maglie: Sporting Lisbona, Man Utd, Real) e un vicolo cieco per il 34enne venuto dalla Svezia (errabondo nell'anima). E così, ecco il web e la foto tarocca: Ibra sotto la Torre Eiffel, una maglia con la Champions e la scritta "never", cioè "mai". Il fatto è che i due viaggiano pari sulla tangenziale dei campioni. Ma divisi sull'autostrada dell'Europa: uno prosegue, l'altro si ferma qualche casello prima. L'ha sollevata due volte, Cristiano Rolando: Man Utd, 2008, e Real, 2014. Il primato dei 94 gol è poi una matrioska: cinque triplette, eguagliato il record di Messi; 11 punizioni letali, eguagliato il record di Del Piero; 16 reti in quest'edizione, a -1 dal record di 17, ovviamente suo. «Brutta stagione? Guardate i numeri». Così parlò CR7. «Abbiamo buttato via tutto». Così parlò Ibra. Lui che interrompe il dialogo con la Champions dal 2001. Quattro tentativi col Psg, 3 con l'Ajax e l'Inter, 2 con la Juve e il Milan, una col Barcellona. Come quel film: prova a prendermi. Ci proverà, ancora, CR7. Mentre Ibra è lì che riflette se cambiare nuovamente sim-card: Man Utd, Bayern Monaco. Perché non c'è campo ma lui vuole ancora credere di aver semplicemente sbagliato compagnia.
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