Covid, i giocatori giocano e viaggiano troppo ma la Uefa pensa al pubblico...

Aleksandr Ceferin presidente dell'Uefa
di Romolo Buffoni
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Mercoledì 14 Ottobre 2020, 09:30

Il mondo del calcio è stato troppo ottimista e continua ad esserlo. «L’Europeo si giocherà e ci sarà anche il pubblico, forse il 30%, forse il 50% o forse il 70%», ha dichiarato ieri il presidente dell’Uefa Aleksandr Ceferin. Atteggiamento che però rischia di risultare velleitario vista la situazione: positivi che spuntano dappertutto, tanto che si fatica a tenerne la contabilità, complici i viaggi per raggiungere le rispettive Nazionali. Non c’è dubbio che Ronaldo sia stato contagiato con il Portogallo, come si sa che il romanista Diawara ha contratto il virus giocando con la Guinea. Così non c’è protocollo che tenga: salire su un aereo e andare da una parte all’altra d’Europa e del mondo moltiplica il rischio contagio e i calciatori non sono ovviamente immuni, anzi. Fifa e Uefa avrebbero dovuto pensarci bene prima di forzare il ritorno all’agognata normalità e stilare i soliti calendari pieni zeppi di partite, molte delle quali evitabili.
CALENDARIO INTASATO
Gli azzurri hanno già giocato 6 partite nell’arco di 24 giorni e i giocatori impegnati nelle Coppe sono attesi da 7 match in 20 o 21 giorni. La Nations League, alla sua seconda edizione, poteva per esempio essere messa in freezer e rilanciata nell’epoca post-Covid quando, immaginiamo, ci sarà fame di calcio “vero” e i tifosi vorranno tornare a riempire gli spalti oggi desolatamente e inevitabilmente vuoti. Per non parlare della amichevoli: l’Italia solo per fare un esempio ha giocato l’allenamento di Firenze con la Moldavia vinto 6-0 e, tra un mese, ne sosterrà un altro con l’Estonia tanto per occupare una data concessa alle nazionali per i play-off di qualificazione all’Europeo. Il tutto alla vigilia del ritorno in scena delle Coppe europee: Champions ed Europa League intaseranno ancor di più aeroporti e calendario. Se si dovesse ripetere il caso limite del Genoa (dieci o più positivi, ancora ne accusa 14) e se le Asl impediranno ad altre squadre di andare in trasferta come avvenuto al Napoli, che non è andato a Torino a giocare contro la Juventus, sarebbe impossibile recuperare le gare, con risultati da decidere a tavolino. C’è ansia anche per il derby Inter-Milan di sabato: i nerazzurri a ieri contavano sei giocatori positivi, mentre i rossoneri ne avevano due più Daniele Bonera (vice del tecnico Pioli). Se l’Italia Under 21 non fosse stata sostituita con l’Under 20 nel match di ieri contro l’Irlanda, la Uefa avrebbe stabilito il risultato attraverso un sorteggio (nell’urna tre risultati: 1-0, 0-0 o 0-1). Sponsor e tv accontentati, ma tornei inevitabilmente falsati.
ESEMPIO NBA
Vale la pena dare uno sguardo alla Nba: la bolla di Miami ha retto e l’anello è stato assegnato senza troppi problemi. «Tutti nella bolla? Nessuno lo vorrebbe, ma vedremo se sarà necessario in caso di peggioramento della situazione», ha ammesso ieri il presidente del Torino Cairo.

Sarebbe stato il caso di andare di bolla in bolla - campionati, coppe e nazionali - per limitare le promiscuità e ripararsi dalla seconda ondata di coronavirus, che rischia di essere uno tsunami per il calcio.

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