Il calcio si rivolge al governo: Sibilia: «Ora aiuti ai Dilettanti o sarà la fine». Dal Pino: «Basta demagogia, il calcio è industria»

Cosimo Sibilia
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Lunedì 26 Ottobre 2020, 15:04 - Ultimo aggiornamento: 16:12

«La Lega Dilettanti, e le società stesse, ha fatto di tutto per garantire la ripresa dello sport di base dopo il lockdown, mettendo a disposizione ingenti risorse economiche e compiendo ulteriori sacrifici. La misura adesso è colma e qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di un disastro annunciato, invece di continuare a lanciare numeri e fare proclami come se il calcio a cui pensare fosse solo quello di vertice». Così il presidente della Lega nazionale dilettanti, Cosimo Sibilia, che chiede «gli aiuti promessi, altrimenti sarà la morte di migliaia di realtà dilettantistiche».

«Spero che il Governo capisca, una volta per tutte, il valore del calcio come industria al di là di ogni superficiale demagogia». Uscendo dal Quirinale dove ha partecipato alla cerimonia di apertura dei giorni della ricerca della Fondazione Airc, il presidente della Lega di Serie A Paolo Dal Pino parlando con l'Ansa manda un messaggio forte all'esecutivo. «Siamo molto preoccupati - aggiunge - siamo vicini al collasso e temo che l'economia del Paese pagherà a caro prezzo le misure restrittive poste in essere».

«Ringrazio innanzitutto il Presidente della Repubblica per la vicinanza ad AIRC, che la Lega Serie A sostiene con l'operazione 'Un gol per la ricercà dal 1997 - ha aggiunto Dal Pino -. Non esiste solo l'emergenza Covid, la presenza del Presidente Mattarella all'evento di AIRC è un segnale per il Paese che non deve dimenticare l'importanza di tutte le altre realtà che richiedono grande attenzione. La Lega Serie A ogni anno promuove l'attività di AIRC, così come siamo vicini a diverse altre entità che operano nel campo del sociale. Per ruolo, dimensione mediatica e diffusione sul territorio il calcio ha una responsabilità che va oltre lo sport e può e deve promuovere e aiutare diverse cause». Dal Pino ieri ha scritto una lettera al Governo per evidenziare lo stato di crisi del settore: «Si, spero che il Governo capisca il valore del calcio come industria, al di là di ogni superficiale demagogia.

Siamo molto preoccupati - ha aggiunto il n.1 della Lega Serie A -, siamo vicini al collasso e temo che l'economia del Paese pagherà a caro prezzo le misure restrittive che sono state poste in essere. La salute viene al primo posto ma è importante fare le cose giuste, pianificando a medio lungo termine e pensando alle conseguenze sull'occupazione, sul bene dei nostri cittadini e sul futuro del nostro Paese. Gli effetti collaterali dei recenti provvedimenti colpiscono molti settori, tra cui il nostro, che per la chiusura degli stadi ha perso 600 milioni di euro nel 2020». «Ci aspettiamo attenzione e sensibilità da parte del Governo - ha concluso Dal Pino -. Il Presidente del Consiglio ha detto a chiare lettere che i settori pregiudicati dalle chiusure forzate avranno un ristoro per cui ci aspettiamo che un'industria come la nostra, che versa ogni anno oltre 1 miliardo di euro in contribuzione, riceva quanto annunciato».

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