Corrado, lo scugnizzo del Cassino: «I nostri sogni sono ancora nella coppa»

Corrado, lo scugnizzo del Cassino: «I nostri sogni sono ancora nella coppa»
di Mauro Topini
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Giovedì 7 Gennaio 2016, 19:35 - Ultimo aggiornamento: 19:38

La faccia  è quella dello scugnizzo. Napoletano, ovviamente, perché Ciro Corrado, di Napoli lo è veramente. E’ un napoletano laziale, però, visto che da otto anni gioca qui nel Lazio. Anzi nel Basso Lazio, tra la provincia di Frosinone e quella di Latina, con qualche puntatina al Sud della provincia romana. Ciro è stato eletto “man of the match” della finale di Coppa Italia di Eccellenza. Proprio a Latina, in una città “suo feudo”, nella quale aveva già giocato, nell’anno della rinascita dell’allora società che prese il posto, ripartendo dall’Eccellenza, del club appena fallito, nella stagione 2008-09.

I suoi assist, il suo gol e le sue giocate (qualcuna anche un po’ troppo egoistica) hanno inciso il nome del Cassino Calcio 1924 sulla base del trofeo più ambito a livello regionale. «Sono felice di aver dato il mio contributo. Si vede che il Francioni mi porta davvero fortuna», spiega Ciro, il cui sorriso, le cuiespressioni ricordano da vicino quelle di Neymar, un’icona del calcio mondiale. Le sue giocate non sono le stesse, ma la velocità e la rapidità nel “far male” alle difese avversarie ci stanno. Certo, parliamo di due mondi diversi, e nemmeno paralleli. Anzi diremmo contrari, anche se in comune hanno la gioia, il divertimento e la passione.

Emozioni che Corrado si porta appresso in ogni società in cui sceglie di andare a giocare. Lo fa facendo la spola tra la sua terra (il napoletano) e le diverse sedi di gioco. «Che scelgo proprio per non stare troppo lontano dalla mia famiglia», spiegò quando, due anni fa, fu il “tritacarne” dell’Umbria nello spareggio-Uefa vinto dal Lazio. Allora giocava nel Roccasecca, appena tornato in Eccellenza, dopo, aver vestito anche la maglia del Fontana Liri e del Città di Pignataro, in promozione. Per questioni d’amore familiare, appunto.

Ciro è un girovago del calcio laziale. Da quando è qui, non ha mai vestito per due stagioni di seguito la stessa maglia. «Mi piace girare, vado dove ci sono prospettive interessanti», spiega l’attaccante esterno, restio a concedersi a microfoni e taccuini. «Io sono una persona semplice, intervistate altri», le sue parole nel dopo-finale con il solito sorriso che mette solo buonumore. «Vincere la coppa è stato bellissimo, per me è la prima volta ed è una sensazione fantastica. Credo sia stato un successo meritato, che ci consente di continuare a sognare di tornare in serie D. In campionato non abbiamo più chance, salvo clamorose rimonte, ma attraverso la fase nazionale della coppa Italia possiamo ancora arrivare alla promozione in quarta serie».

Proprio l’obiettivo serie D è uno dei motivi che spingo i club laziali a cercare Ciro Corrado in estate. Lo ha fatto il Latina, lo ha fatto il Palestrina e, ancora, il Latina, il Sora, l’Albalonga, il Colleferro e ora il Cassino. «Ma il campionato sono riuscito a vincerlo soltanto con il Palestrina, mentre se parliamo di promozione ne ho ottenute due: con il Palestrina, appunto, e con il Latina, passando attraverso i playoff», spiega il ventiseienne l’attaccante , che in campionato ha segnato tre volte in questa stagione, partita tra mille difficoltà (il Cassino ha anche cambiato allenatore, passando da Babusci e Castellucci) ma che ora sembra aver ritrovato la via giusta, quella del successo.

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