L'Uefa ha dettato la linea, ma l'Europa va per conto suo

L'Uefa ha dettato la linea, ma l'Europa va per conto suo
di Alberto Mauro
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Giovedì 2 Aprile 2020, 23:55 - Ultimo aggiornamento: 3 Aprile, 07:30
Mentre la Serie A pensa a come ripartire, l’Europa vive ancora nell’incertezza dovuta a una o più settimane di ritardo rispetto all’Italia, nella gestione dell’emergenza sanitaria. Oggi è il Covid-19 (e soprattutto la sua evoluzione) a dettare i tempi della quotidianità e di ogni aspetto legato ad essa, compreso lo sport, e al momento sembra impossibile fare previsioni e uniformare date e programmi di mezza Europa. Il calcio nel Vecchio Continente si è fermato, per ripartire c’è bisogno di condizioni che al momento i maggiori campionati non garantiscono.

La Lega calcio del Belgio, intanto, si è portata avanti, sospendendo definitivamente la Jupiler Pro League, una decisione ratificata formalmente il 15 aprile prossimo. Già disputate 29 delle 30 giornate della stagione regolare, e titolo di fatto assegnato al Bruges capolista, senza i previsti playoff e playout. Netta e condivisa la presa di posizione della Pro League: “Non è auspicabile proseguire la competizione dopo il 30 giugno, si accetta la classifica attuale come quella finale”. Ancora la definire la situazione che riguarda retrocessioni e promozioni dalla serie inferiore, allo studio di un gruppo di lavoro.

In Inghilterra De Bruyne pretende garanzie per un’eventuale ripartenza: “Non ho idea di quando torneremo a giocare, normalmente ci vogliono almeno 3-4 settimane per la riatletizzazione, senza la quale c’è il rischio di infortuni”. La Premier è ben più delineata dell’Italia, con un Liverpool già virtualmente campione. I vertici del calcio inglese oggi si riuniranno per valutare la possibile ripresa del campionato, oltre al titolo c’è ancora da definire coppe e le retrocessioni. Tra le proposte sottoposte ai club la ripartenza senza più VAR, ma con 5 sostituzioni concesse a partita. Perché? Per evitare assembramenti a Stockley Park, nell’ufficio nazionale dove si analizzano le immagini per dare supporto agli arbitri. Mentre le sostituzioni supplementari (sulla scia delle sperimentazioni in alcune serie minori) si renderanno necessarie per affrontare le rimanenti partite della stagione a ritmo serrato, evitando di sovraccaricare sempre gli stessi giocatori. L’idea è quella di provare a ripartire a giugno, e oggi di affronterà anche il tema molto delicato (e anticipato da Tottenham e Newcastle) del taglio degli stipendi.

In Francia regna il caos, e mentre Al Khelaifi spinge per il ridimensionamento degli ingaggi, prima Canal+ poi BeIn Sports hanno deciso di sospendere i pagamenti per l’ultima tranche dei diritti dei campionati di Ligue1 e Ligue2, fino alla ripresa dell’attività agonistica. Sono 110 e 42 milioni di euro che non entreranno nelle casse della Lega calcio francese, sconcertata dalla decisione delle due emittenti e più in difficoltà che mai, mentre le stelle (Mbappé e Neymar sugli altri) preoccupano il PSG.
In Spagna il ritorno in campo potrebbe essere è più vicino di quanto sembri, visto che la Liga avrebbe inviato a tutti i club una bozza del protocollo che stabilisce la procedura da seguire per tornare in campo. Tampone per tutti, prima squadra in isolamento e tre fasi: lavoro singolo, a gruppi ridotti e infine a ranghi completi. Con 15 giorni garantiti di preparazione, prima della ripresa dell’attività agonistica.
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