Alcuni calciatori potrebbero però muovere obiezioni.
«Chi non è d’accordo dovrebbe dire “l’Associazione italiana calciatori non mi rappresenta”. Ma rimarrebbe isolato e dunque in una posizione di svantaggio».
Tuttavia saranno necessari degli accordi interni, per rassicurare i giocatori vicini alla scadenza come Mertens, Callejon e Ibrahimovic, tanto per citarne tre, e quelli che non vorrebbero rimanere ad oltranza.
«Ci sono molteplici situazioni a rischio contenzioso. Senza un accordo globale con l’ok della Figc, ci sarà il caos. La necessità è trovare una strada comune sugli aspetti regolamentari ed organizzativi».
La Fifa aveva chiesto anche un’armonizzazione dei campionati.
«Il problema infatti non è a livello nazionale, ma internazionale. Il rischio è che si crei una sovrapposizione tra i tornei. Ad esempio chi è impegnato nelle coppe europee si potrebbe ritrovare costretto a rimandare un trasferimento già concordato in un Paese dove il campionato è ripartito. Ma ricordiamo che le linee guida della Fifa puntano sulla necessità di dare priorità alla vecchia stagione».
Poi c’è il caso del Psg, che perderebbe tanti giocatori il 30 giugno a cominciare da Mauro Icardi...
«Con la chiusura del campionato francese, ovviamente la società transalpina rivendica il diritto di poter disputare le coppe anche con tutti i giocatori che fanno parte della rosa 2019/2020, compreso l’attaccante argentino ancora di proprietà dell’Inter».
Non solo calciatori, anche i club rischiano di non pagare i contratti oltre l’attuale termine.
«Un presidente di una società di Lega Pro, magari in difficoltà per l’attuale crisi, potrebbe congelare alcuni pagamenti rivendicando la scadenza del 30 giugno. Così facendo risparmierebbe i soldi in attesa della vertenza del suo calciatore. Il timore è legittimo. Non dobbiamo infatti pensare solo alla serie A».
Senza partite, come verranno regolarizzati gli stipendi dei calciatori impegnati solo negli allenamenti?
«Il giocatore potrebbe dire “io sono pronto ma sei tu club che non mi dai l’opportunità di scendere in campo”. La società, di rimando, “non ti pago perché il governo ha deciso che non si gioca”. Dunque, trattandosi di situazione anomala e non riuscendo ad identificare chi è inadempiente la Fifa raccomanda un accordo».
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