Premier, problemi per la ripartenza: 5 calciatori pronti al forfait

Premier, problemi per la ripartenza: 5 calciatori pronti al forfait
di Giuseppe Mustica
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Domenica 10 Maggio 2020, 10:55 - Ultimo aggiornamento: 12:58
Un club molto importante di Premier League - non è stato al momento rivelato il nome - dovrà fare a meno di 5 calciatori che non avrebbero accettato il progetto "restart". Lo afferma il Sun, spiegando che i calciatori, al momento, avrebbero questa facoltà nel decidere se avessero timori per la loro salite oppure per quella dei propri familiari. Si fa sempre più difficile quindi la strada che porta alla ripresa della Premier, visto che già la scorsa settimana, l'Aston Villa, aveva annunciato che due tesserati, con alcuni problemi di salute come l'asma, avrebbero deciso di non riprendere almeno per il momento l'attività agonistica per paura di essere contagiati. Una situazione che adesso comprende anche un altro club e, a quanto sembra, molto più importante dei "Villans". Oggi c'è comunque grande attesa per capire quali saranno le decisioni di Boris Johnson, ma nel protocollo medico inglese, molte percentuali sul ritorno in campo passano anche dalla tranquillità dei calciatori che potrebbe declinare "l'invito" di tornare ad allenarsi e quindi ricominciare a giugno il campionato a porte chiuse. 

IL WATFORD SI OPPONE AL CAMPO NEUTRO
l Watford è diventato il terzo club ad opporsi pubblicamente alla proposta della Premier League di giocare in campo neutro in un possibile riavvio della stagione a giugno. Il presidente Scott Duxbury ha sottolineato che «la mini-lega di nove partite è destinata ad avere devastanti effetti». Ad una riunione dei componenti della Premier League lo scorso venerdì, ai 20 club è stato detto che 8-10 stadi sarebbero stati scelti come luoghi neutrali se la stagione dovesse riprendere a giugno come previsto.
Ma Brighton e Aston Villa, entrambi nella metà inferiore della classifica, hanno espresso subito la loro riluttanza nei confronti della proposta. In una dichiarazione rilasciata Duxbury ha chiarito la sua opinione affermando che l'idea «potrebbe mettere fine ad un piccolo club come il Watford in Premier League». «Ovviamente, accetto assolutamente che non possiamo avere tifosi nello stadio. Ciò è ovvio nella situazione attuale. Tuttavia, ci viene ora detto che non possiamo giocare le nostre partite casalinghe rimaste al Vicarage Road, senza quindi la familiarità e il vantaggio che ne derivano. Questo in un contesto in cui i giocatori che, avendo visto le loro vite stravolte insieme al resto del mondo, improvvisamente si esibiscono come se nulla fosse successo, nonostante il resto della società probabilmente affronti ancora il tipo di restrizioni che non vengono applicate su un campo da calcio. »Nel momento in cui almeno sei squadre - e sospetto di più - sono preoccupate per il chiaro lato negativo e gli effetti devastanti di giocare in questo tipo di mini-lega distorta di nove partite, allora credo che la Premier League abbia il dovere di rispondere a tali preoccupazioni, ha aggiunto Duxbury. «Se si crede che la Bundesliga tedesca, che tornerà in campo il 16 maggio, possa mantenere le partite in casa e in trasferta per la stagione rimanente, la Premier League potrebbe anche trovare un modo per attuare tutte le proposte senza la necessità di utilizzare sedi neutrali». La Premier League terrà un incontro di lunedì.
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