Immobile: «Ci dicessero che il calcio non riprende. Corsa a Villa Borghese? Pazzesco»

Immobile: «Ci dicessero che il calcio non riprende. Corsa a Villa Borghese? Pazzesco»
di Valerio Cassetta
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Mercoledì 29 Aprile 2020, 15:11
«Conosco il presidente Lotito, il ds Tare e i miei compagni. Non stiamo facendo polemica, ma stiamo cercando di capire il motivo per cui non possiamo allenarci a Formello e invece possiamo andare al parco». Ciro Immobile rincara la dose. Dopo Parolo e Acerbi, anche l’attaccante della Lazio si fa sentire e commenta l’ultimo Dpcm che non consentirà, a partire dal 4 maggio, ai giocatori di potersi allenare nei rispettivi centri sportivi. «Ci dicessero che non ci si può allenare, perché il il campionato non riprenderà. Però almeno ce lo dicessero - chiede il bomber di Torre Annunziata -. Conosco tanti giocatori: nessuno è contrario alla riapertura». Ciro precisa il suo intento: «Non voglio fare polemica. Non me ne frega niente della scarpa d’oro, del titolo di capocannoniere o del secondo posto in classica. Potete crederci o no. Non voglio puntare il dito contro nessuno». L’ex Torino però spera che presto possano arrivare novità confortanti: «Aspettiamo notizie per poter iniziare ad allenarci e far distrarre la gente. Noi vogliamo riprendere a fare quello che ci piace con il permesso dello Stato e in massima sicurezza. Penso che la gente voglia vedere qualcosa che li faccia anche divertire, almeno in tv». Insomma, «il calcio per alcuni può esser sfogo o divertimento». Un aspetto da non sottovalutare scendo l’attaccante della Nazionale, che sposa il pensiero del presidente Lotito: «Ieri sera ha detto bene: io e Dzeko potremo andare a Villa Borghese ad allenarci, ma non all’intento di un centro sportivo. E’ una cosa pazzesca. Mi sembra discriminatorio verso l’Aic».

PROTESTA E SETTORE GIOVANILE
Intanto, sempre Formello arriva un altro appello per sottolineare i rischi di un eventuale stop del pallone a causa dell’emergenza Coronavirus. Mauro Bianchessi, responsabile del settore giovanile della Lazio, lancia l’allarme: «Il sistema calcio, sommando tutte le leghe, nel 2017-18 ha fatturato 4,7 miliardi di euro e dato lavoro a 300mila persone col suo indotto con una grande valenza sociale. Spero che al governo ci sia gente con conoscenza del mondo del calcio e con abilità di mediazione, perché altrimenti si rischia una catastrofe». Insomma, Bianchessi esprime dei dubbi sull'ultimo Dpcm: «Penso sia assurdo che i calciatori possano allenarsi nei parchi pubblici e non nei propri centri sportivi in totale sicurezza - spiega il direttore ex Milan e Atalanta -. Provate a pensare alle migliaia di persone che dal 4 maggio prenderanno la metro. E non si permetterà ai giocatori di correre all’aperto nei propri centri sportivi in sicurezza? Ci vorrebbe più buon senso e una riflessione logica prima di fare queste normative». Difficile poi fare pronostici sulla ripresa dei campionati giovanili, al momento sospesi: «Ritengo che si andrà di pari passo con la scuola e, quindi, salvo imprevisti, a settembre i campionati ed agosto la preparazione, ma ad oggi è solo una previsione. Nella stagione 2017-18 si sono disputate in Italia circa 568partite di calcio e il 68% delle quali a livello giovanile».
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