Uefa e Figc, con soldi e stagione lunga il calcio si rimette in gioco

Uefa e Figc, con soldi e stagione lunga il calcio si rimette in gioco
di Romolo Buffoni
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Venerdì 24 Aprile 2020, 07:30
Prima del ritorno dei gol, ecco i soldi. Il Comitato esecutivo dell’Uefa ieri ha badato al sodo, rimpinguando le casse dei club e esortandoli a portare a termine i campionati a prescindere dalla formula (quindi anche attraverso i play off). L’obiettivo è unico: evitare il tracollo finanziario. Così Ceferin ha aperto la borsa e tirato fuori 70 dei 200 milioni di euro che avrebbe distribuito al termine di Euro 2020. Settanta milioni destinati alle società che hanno prestato giocatori alle tanto “odiate” nazionali per le qualificazioni europee e per la Nations League nel biennio 2018-2020. «676 squadre provenienti da 55 federazioni nazionali - si legge nel documento redatto a Nyon - riceveranno importi che vanno da 3.200 a 630.000 euro. In totale 70 milioni scorporati dai 200 previsti per Euro2020 (i restanti 130 milioni saranno distribuiti tra quei club che forniranno giocatori per la rassegna continentale slittata al prossimo anno)». I bonifici saranno fatti subito con questa scansione: 50 milioni ai club che hanno dato giocatori alle 39 nazionali non coinvolte negli spareggi delle qualificazioni europee; 17,7 milioni alle società con calciatori delle 16 nazionali coinvolte nei play off. I restanti 2,3 milioni per i calciatori impegnati negli spareggi e verranno distribuiti al termine degli stessi e, quindi, in autunno. Quali sono i club e quanto incasseranno? Un conto indicativo può essere fatto, ma per le virgole la Uefa rimanda a fine Europeo: «Un elenco completo dei club e l’importo totale ricevuto da ciascuno verrà comunicato dopo che il torneo finale è stato giocato». 
NUOVE REGOLE
«Un’iniezione di liquidità necessaria in un momento di minaccia esistenziale - ha commentato Agnelli, presidente della Juventus e dell’Eca (l’associazione di top club europei) -. Garantire un sostegno finanziario, legale e normativo prima di far ripartire il calcio in Europa, una volta che ci sarà la sicurezza per farlo, è di fondamentale importanza per l’Eca e i suoi membri». E per la ripartenza della serie A e del calcio italiano ieri è andata in scena una importante video conferenza tra le componenti della Figc: è stato deciso che il presidente Gravina oggi delibererà lo slittamento del termine della stagione al 2 agosto, atto propedeutico per allungare la validità dei contratti in scadenza al 30 giugno da definire di concerto con Leghe e Aic. Fino a quando la competizione non verrà dichiarata conclusa, quindi, la Fifa non aprirà i trasferimenti anche se già concordati. La Uefa, poi, renderà noto come compilare le liste per far terminare ad agosto le Coppe. Giovedì 30, inoltre, in un nuovo incontro la Figc fisserà le norme sulle iscrizioni alla prossima stagione e sul periodo da dedicare al calciomercato da ratificare nel prossimo Consiglio federale in cantiere per il 5 maggio. Per quella data se ne saprà molto di più: il Dpcm atteso per domenica o al massimo lunedì prossimo indicherà anche la data di ripresa degli allenamenti in gruppo.
AZIONE DI RIMESSA
Se stessimo raccontando una partita, il calcio italiano ieri è uscito dalla sua area di rigore dove il Covid-19 l’aveva schiacciato e sta provando a far partire un’azione di rimessa. La palla deve ancora varcare la linea di centrocampo, ma tre linee di passaggio si sono liberate. La prima, la più diretta verso il gol, è quella che porta alla disputa delle 12 giornate rimanenti (più le 4 partite da recuperare); la seconda è riuscire comunque ad assegnare i titoli sportivi anche con i play off; la terza è stilare una classifica finale da consegnare alla Uefa. Una graduatoria basata sul merito sportivo (quindi niente ranking): ovvero con una media punti che sterilizzi una classifica dove non tutte hanno disputato lo stesso numero di partite.
POLEMICA CON IL CONI
«Il mondo del calcio – ha dichiarato Gravina – sta lavorando incessantemente e in maniera responsabile per trovare soluzioni concrete e sostenibili alla crisi generata dal Covid-19, comprese quelle necessarie e indispensabili per salvaguardare le competizioni 20/21. Anche per questo merita rispetto». Il presidente della Figc, dopo aver ringraziato «il Ministro Spadafora per l’attenzione riservata nella riunione di ieri (mercoledì, ndr)» risponde - senza mai nominarlo - al presidente del Coni Malagò che anche ieri non ha lesinato critiche al calcio. «Ha fatto il protocollo per conto suo - ha dichiarato il massimo dirigente dello sport italiano -. Ha interpellato un suo medico, che non è più un medico sportivo, ha interpellato dei suoi tecnici... E poi non è il calcio, ma è la Serie A. E allora a questo punto si sta giocando una sua partita per conto suo. Oggi nel paese c’è palesemente un problema di tamponi. Se ne escono così tanti per i calciatori e le società li volessero regalare alla collettività sarebbe una bellissima cosa. Io - ha concluso Malagò - non ho mai detto che il calcio non debba ripartire. Solo mi stupisce che non sia stato previsto un piano B, un’alternativa all’idea che il campionato: o non possa ripartire, o magari possa ripartire e non finire». «Invierò al Coni - la replica di Gravina a stretto giro di posta - il protocollo che abbiamo realizzato, restando a disposizione per eventuali preziose indicazioni. Siamo soddisfatti del costante confronto che stiamo avendo col Ministro per lo Sport, ma anche con quelli della Salute e dell’Economia e delle Finanze, ai quali abbiamo prospettato tutte le misure necessarie. Mi stupisce, invece, dover constatare ancora una volta quanto la tentazione di parlare continuamente di calcio, per la notorietà che da questo discende, induca diversi interlocutori a commentare cose di cui sono evidentemente male informati».

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