NUOVE REGOLE
«Un’iniezione di liquidità necessaria in un momento di minaccia esistenziale - ha commentato Agnelli, presidente della Juventus e dell’Eca (l’associazione di top club europei) -. Garantire un sostegno finanziario, legale e normativo prima di far ripartire il calcio in Europa, una volta che ci sarà la sicurezza per farlo, è di fondamentale importanza per l’Eca e i suoi membri». E per la ripartenza della serie A e del calcio italiano ieri è andata in scena una importante video conferenza tra le componenti della Figc: è stato deciso che il presidente Gravina oggi delibererà lo slittamento del termine della stagione al 2 agosto, atto propedeutico per allungare la validità dei contratti in scadenza al 30 giugno da definire di concerto con Leghe e Aic. Fino a quando la competizione non verrà dichiarata conclusa, quindi, la Fifa non aprirà i trasferimenti anche se già concordati. La Uefa, poi, renderà noto come compilare le liste per far terminare ad agosto le Coppe. Giovedì 30, inoltre, in un nuovo incontro la Figc fisserà le norme sulle iscrizioni alla prossima stagione e sul periodo da dedicare al calciomercato da ratificare nel prossimo Consiglio federale in cantiere per il 5 maggio. Per quella data se ne saprà molto di più: il Dpcm atteso per domenica o al massimo lunedì prossimo indicherà anche la data di ripresa degli allenamenti in gruppo.
AZIONE DI RIMESSA
Se stessimo raccontando una partita, il calcio italiano ieri è uscito dalla sua area di rigore dove il Covid-19 l’aveva schiacciato e sta provando a far partire un’azione di rimessa. La palla deve ancora varcare la linea di centrocampo, ma tre linee di passaggio si sono liberate. La prima, la più diretta verso il gol, è quella che porta alla disputa delle 12 giornate rimanenti (più le 4 partite da recuperare); la seconda è riuscire comunque ad assegnare i titoli sportivi anche con i play off; la terza è stilare una classifica finale da consegnare alla Uefa. Una graduatoria basata sul merito sportivo (quindi niente ranking): ovvero con una media punti che sterilizzi una classifica dove non tutte hanno disputato lo stesso numero di partite.
POLEMICA CON IL CONI
«Il mondo del calcio – ha dichiarato Gravina – sta lavorando incessantemente e in maniera responsabile per trovare soluzioni concrete e sostenibili alla crisi generata dal Covid-19, comprese quelle necessarie e indispensabili per salvaguardare le competizioni 20/21. Anche per questo merita rispetto». Il presidente della Figc, dopo aver ringraziato «il Ministro Spadafora per l’attenzione riservata nella riunione di ieri (mercoledì, ndr)» risponde - senza mai nominarlo - al presidente del Coni Malagò che anche ieri non ha lesinato critiche al calcio. «Ha fatto il protocollo per conto suo - ha dichiarato il massimo dirigente dello sport italiano -. Ha interpellato un suo medico, che non è più un medico sportivo, ha interpellato dei suoi tecnici... E poi non è il calcio, ma è la Serie A. E allora a questo punto si sta giocando una sua partita per conto suo. Oggi nel paese c’è palesemente un problema di tamponi. Se ne escono così tanti per i calciatori e le società li volessero regalare alla collettività sarebbe una bellissima cosa. Io - ha concluso Malagò - non ho mai detto che il calcio non debba ripartire. Solo mi stupisce che non sia stato previsto un piano B, un’alternativa all’idea che il campionato: o non possa ripartire, o magari possa ripartire e non finire». «Invierò al Coni - la replica di Gravina a stretto giro di posta - il protocollo che abbiamo realizzato, restando a disposizione per eventuali preziose indicazioni. Siamo soddisfatti del costante confronto che stiamo avendo col Ministro per lo Sport, ma anche con quelli della Salute e dell’Economia e delle Finanze, ai quali abbiamo prospettato tutte le misure necessarie. Mi stupisce, invece, dover constatare ancora una volta quanto la tentazione di parlare continuamente di calcio, per la notorietà che da questo discende, induca diversi interlocutori a commentare cose di cui sono evidentemente male informati».
© RIPRODUZIONE RISERVATA