Il calcio riapre, ma senza il pallone

Il calcio riapre, ma senza il pallone
di Romolo Buffoni
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Lunedì 4 Maggio 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 16:06
Dal Sassuolo al Sassuolo. Gli emiliani sono stati gli ultimi a giocare una partita di serie A il 9 marzo (3-0 al Brescia con i gol di Caputo festeggiati con il cartello-simbolo di questa emergenza Andrà tutto bene State a casa) e sono i primi a rimettere piede in uno stadio. La circolare del Viminale ai prefetti ieri mattina ha acceso il semaforo verde alla riapertura dei centri sportivi privati per sedute motorie individuali, anche per chi pratica sport di squadra. Via libera confermato in serata dal Comitato tecnico scientifico, seppur con un protocollo molto dettagliato. Così per i giocatori neroverdi stamattina alle 9 si riapriranno i cancelli del Mapei Center per sostenere una “seduta individuale e facoltativa” mantenendo il distanziamento interpersonale di due metri ed evitando di condividere spazi comuni. Quindi mai in più di due su ognuno dei tre campi; docce e palestre chiuse. Sono i primi passi sul pianeta Calcio. Altri club li faranno nei prossimi giorni, altri ancora non hanno preso una decisione e attendono di conoscere le linee guida che porteranno fino al 18 maggio, giorno in cui in teoria le squadre potranno tornare ad allenarsi collettivamente.
ALLENAMENTI DI SQUADRA
Il ministro Spadafora, via Facebook, anche ieri ci ha tenuto a ribadire: «Leggo cose strane in giro ma nulla è cambiato rispetto a quanto ho sempre detto sul Calcio: gli allenamenti delle squadre non riprenderanno prima del 18 maggio e della ripresa del Campionato per ora non se ne parla proprio». Una decisione sul prosieguo o meno della stagione ancora non è stata presa. Le pressioni in un senso e nell’altro sul governo e all’interno dello stesso, sono importanti e rispecchiano gli interessi in campo, che sono soprattutto economici oltre che sociali. Certo è che dire di no al calcio non sarebbe così impopolare come un tempo, vista la situazione di tutto il tessuto economico del paese prostrato dalla crisi dettata dal coronavirus. Fino a ieri sera è proseguito il confronto col governo sul protocollo rivisto e corretto della Figc per garantire il ritorno in campo in sicurezza. «Il governo può decidere lo stop - ha detto ieri il ds della Lazio Tare intervistato da Sky - ma non ha la competenza sulla competizione sportiva. Come più volte detto da Fifa, Uefa e Figc il campionato 20/21 partirà solo quando finisce questo del 2019/20 sul campo. Con la possibilità di andare sull’anno solare». Cosa gradita alla Fifa che così vedrebbe allineato il torneo alla stagione dei Mondiali di Qatar ‘22 che si disputeranno a cavallo tra novembre e dicembre.
IL QUADRO DELLA A
La Juventus, campione d’Italia in carica e prima in classifica al momento dell’interruzione con un punto di vantaggio sulla Lazio, ha richiamato i suoi 9 stranieri senza dare loro una data precisa di rientro. Se gli altri bianconeri da domani troveranno la Continassa aperta, per Cristiano Ronaldo (qualche problema sul suo volo privato poi risolto), Higuain, Alex Sandro, Douglas Costa, Rabiot, de Ligt, Khedira, Szczesny e Danilo al ritorno a Torino si spalancheranno le porte della quarantena di 14 giorni. Da domani anche l’Inter e l’Atalanta toglieranno i lucchetti ai cancelli di Appiano Gentile e Zingonia e riaprirà pure il Bologna. Tornando in Lombardia, territorio più colpito dal virus, Brescia e Milan ancora non hanno comunicato date precise per la riapertura dei loro centri sportivi. I rossoneri, come la Spal, il Cagliari e il Genoa, attendono la validazione da parte del governo del protocollo medico scientifico per dare il via ai test richiesti. Pronti a partire in settimana anche il Parma a Collecchio (domani o mercoledì), la Lazio a Formello e la Roma a Trigoria (i giallorossi hanno riaperto da oggi ma per fare le visite mediche ai giocatori che potranno allenarsi da giovedì). Mugnaini aperto da mercoledì per la Samp. Discorso articolato per il Napoli: da oggi tamponi per tutti i calciatori direttamente a casa, da giovedì Castel Volturno a disposizione ma senza spogliatoi e palestra. Ancora incerta la ripresa per Fiorentina, Lecce e Torino.
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