Coronavirus, il dottor Ferretti: «Protocollo Figc serio ed articolato, per le partite ne servirà un altro»

Coronavirus, il dottor Ferretti: «Protocollo Figc serio ed articolato, per le partite ne servirà un altro»
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Lunedì 4 Maggio 2020, 17:32
«Sarà l'evoluzione della pandemia nelle prossime settimane a decidere le sorti del calcio». Semplice e lapidario il pensiero del Professor Andrea Ferretti, esperto in Medicina dello Sport, Ortopedia e Traumatologia e attuale Responsabile dell'Area Medica delle Nazionali di calcio. Di calcio in tempo di Covid-19, ma non solo, ha parlato il responsabile dell'Area Medica di tutte la Nazionali di calcio nel corso della Conviviale in videoconferenza organizzata dal Panathlon Club Milano e condotta dal Presidente Filippo Grassia. L'incontro è partito dal ricordo di una vita passata in stretto legame con il mondo dello sport. Dai successi nel volley praticato, alla gestione dei fisici dei calciatori impegnati in Mondiali ed Europei. Con due titoli sfiorati, nel 1990 e nel 1994, al fianco di Azeglio Vicini e Arrigo Sacchi. Su queste basi, era inevitabile fosse il destino della Serie A l'argomento principale dell'evento digitale al quale ha preso parte anche Attilio Belloli, Governatore dell'Area 2 del Panathlon Lombardia. Molte anche le domande poste dai soci tramite il canale Facebook del Club. Si è parlato del Protocollo pubblicato dalla Figc e redatto da una commissione guidata da Paolo Zeppilli «a mio parere il più grosso esperto di medicina sportiva in Italia», ha dichiarato Ferretti.
Un documento «molto serio e abbastanza articolato, incentrato sulla tutela della salute di tutti i gruppi squadra e non soltanto dei giocatori», ha proseguito l'ospite collegato dalla propria abitazione romana. Ferretti ha sottolineato come solo il Governo potrà dare il via agli allenamenti e che dopo le prime 3 o 4 settimane di preparazione «sarà necessario approntare un nuovo protocollo per disputare le partite». Nel frattempo, però, occorrerà capire come muoversi in caso emergesse qualche nuovo positivo nei club. «Questo -ha sottolineato l'ex membro della Commissione Medica della Uefa- è un argomento che preoccupa i medici sociali, soprattutto per quel che riguarda la loro eventuale responsabilità legale, e su cui si sta aprendo un tavolo di studio».
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