L’unico al sicuro, appariva (e appare) il Ceo Fienga. Lo stop all’attività agonistica, i dubbi sulla ripresa più il danno economico, hanno però bloccato le scelte strategiche di medio-lungo periodo. Anche perché cambiare ora significherebbe spendere. E la Roma, che ha chiuso la semestrale a -87 milioni, eviterà esborsi inutili. Nell’attesa che la trattativa si rimetta in moto, spazio a Pallotta (che ieri ha donato altri 25mila euro; inoltre il club regalerà 5mila tagliandi agli operatori sanitari in occasione del primo match casalingo) e allo status-quo.
L’EX ANELLO DEBOLE
Baldissoni proseguirà così il lavoro sul tema-stadio, Fonseca e Calvo saranno confermati e anche Petrachi dovrebbe avere una seconda chance. Per settimane il dirigente ha rischiato di pagare la conferenza stampa del 12 febbraio. Un monologo dal quale la società in privato ha preso le distanze, cercando di mediare sia con alcuni soggetti chiamati in causa direttamente dal ds sia con chi rappresenta in Italia il gruppo Friedkin (al quale era stato rivolto un inciso poco lusinghiero: «Non è che arriva Paperon de’ Paperoni e compra chissà chi...»). Lo stop del campionato ha però cambiato tutto. Fermandosi il calcio e la trattativa per la cessione del club, si è interrotto sul nascere anche il casting per l’eventuale successore. Considerando che quando si ripartirà, si proverà a dare continuità al lavoro svolto sinora, evitando le spese inutili (il contratto del ds scade nel 2022), le quotazioni di Petrachi sono in rialzo. Senza dimenticare il mercato ‘stile Nba’ del quale ha parlato il capo dell’area sport juventina, Paratici, nei giorni scorsi. Proprio con i bianconeri l’asse estivo sarà molto caldo. I club hanno già iniziato a studiare uno scambio tra Cristante e Mandragora, ipervalutando entrambi i cartellini una trentina di milioni. Sarà soltanto l’inizio. Anzi, per Petrachi una nuova partenza.
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