Il ministro, che svolge un ruolo chiave nel governo su questo tema dati i due portafogli di cui è responsabile, ha però sottolineato che squadre e giocatori dovrebbero rispettare diverse condizioni e non avrebbero diritto a «nessun privilegio». «Se c'è un caso di coronavirus all'interno di una squadra o del suo staff, il club nel suo insieme, e forse anche la squadra contro la quale ha giocato per ultimo, dovrà mettersi in quarantena per due settimane - ha sottolineato Seehofer - Continueranno quindi a sussistere rischi per il calendario e per
la classifica». Il ministro ha anche respinto l'idea che i club abbiano un accesso privilegiato ai test rispetto al resto della popolazione, mentre i club hanno suggerito esami molto frequenti sui giocatori come misura di prevenzione.
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