Coppa Italia, il pallone torna protagonista: in campo va il numero uno, Cristiano Ronaldo

Coppa Italia, il pallone torna protagonista: in campo va il numero uno, Cristiano Ronaldo
di Alessandro Angeloni
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Mercoledì 10 Giugno 2020, 07:30
 Girano gli attaccanti, ma Cristiano Ronaldo è sempre lì, intoccabile, lui prima degli altri. C’era Mandzukic, poi Higuain, ora Dybala, c’era Allegri e adesso Sarri, nessuno ne ha fatto a meno (ovvio) preferendogli qualcun altro. La stagione, il calcio vero, riaccende le luci e chi è il primo ad andare in campo? Ronaldo, l’altro fenomeno, quello che “interessa tutto di lui”, anche come porta i capelli, se ha il ciuffo o la riga in mezzo. Lui è tutto, soldi, calcio, pubblicità, spot, aerei privati, foto, video e post: venerdì riprende da dove aveva lasciato, dallo Stadium, come quella notte dell’ormai lontano 8 marzo, quando ha contribuito a mandare ko l’Inter. Riprende a giocare, a incantare. A convincere tutti che è meglio di Messi (il dubbio non è mica sciolto, però).
LA FUGA
Cristiano Ronaldo è stato il primo straniero a lasciare l’Italia (10 marzo, due giorni prima che Rugani venisse colto dal virus) e tra i primi a rivederla (4 maggio, quando la situazione si stava normalizzando, appena dopo Pjanic), rispettando la sua quarantena prima di rimostrare i muscoli in campo. Quasi due mesi di distacco dalle sue cose, senza farsi mancare il lavoro e l’idea di vincere ancora: è un grande professionista, così emerge dal libro della sua storia. E’ tornato carico come prima se non di più, a Madeira ha lavorato di brutto, tra un stories e l’altra. Si è allenato, è stato vicino alla mamma, ha postato cose, si è anche rilassato, lontano dai grandi problemi che il Paese (il nostro) e il calcio hanno vissuto. Ronaldo apre Juventus-Milan, senza dover sfidare un altro personaggione come lui, Ibrahimovic, fermo per problemi fisici. Lui resta la certezza di Sarri, anche se - molti maligni sostengono - senza di lui la Juventus giocherebbe in maniera diversa, un po’ più alla Sarri e un po’ meno alla Ronaldo. La Juve, e le altre tre contendenti della Coppa Italia (Milan, Napoli e Inter) hanno la possibilità di alzare il primo trofeo post Covid, che si assegnerà a Roma il 17. Cristiano trascina il gruppo e indebolisce - specie in questo periodo di crisi - le casse della Juventus, forte dei 31 milioni stagionali (è entrato nella pregiata lista dei miliardari) che percepisce e in più i sei che ha spalmato per la prossima stagione. Tantini, anche per un colosso come la Juventus, che prevede un rosso opaco per il suo prossimo bilancio. Ma Andrea Agnelli che vorrà fare, tenerlo ancora? Ronaldo è una garanzia di successo, ma oggi molto onerosa. Per adesso a Torino resistono e non pensano a scaricarlo, ma di sicuro un progetto di allungamento contrattuale con spalmatura esiste eccome, proprio per alleggerire i bilanci, specie se non arriva la benedetta Champions, ossessione torinese da un po’.
OSSESSIONE CHAMPIONS
Cristiano fa coppia con Dybala, che a quanto pare è pronto a “tradirlo” con il suo nemico storico, Messi, al quale contenderà il solito Pallone d’Oro. «Sono felice di essere alla Juve, ho grande stima del club, un buonissimo rapporto col presidente e potremmo rinnovare il contratto che scade tra un anno e mezzo. Per ora non c’è nulla sul prolungamento, visto anche quanto accaduto col coronavirus. Ma altri calciatori hanno rinnovato. Aspettiamo e vediamo. Il Barcellona? E’ un club straordinario, con Messi ancora di più, ma anche la Juve è una grande squadra», le parole dell’argentino, che rischia di lasciare di nuovo Cristiano con un altro partner. Riaprire il calcio con la stella del calcio italiano è un privilegio. Per tutto: la Rai prevede record di ascolti per Juventus-Milan, la gente ha voglia di calcio. Sembra una storia a lieto fine, mentre siamo solo all’inizio. Anzi, a un nuovo inizio. Magari in futuro sarà lo stesso Ronaldo a fare le sue valutazioni, visto che, come sembra, ci sarà un ridimensionamento generale e magari il nostro campionato non gli piacerà più. Lui a Madrid tornerebbe, quella è la sua casa, ma chissà se anche le Merengues saranno disposti a sobbarcarsi quello stipendio e i soldi del cartellino. Del resto la crisi è globale, non solo italiana. Ma per ora c’è, godiamocelo. 
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