Volata scudetto, Conte e Sarri alle prese con scelte di mercato sbagliate e rebus tattici

Volata scudetto, Conte e Sarri alle prese con scelte di mercato sbagliate e rebus tattici
di Gianfranco Teotino
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Martedì 18 Febbraio 2020, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 09:54
Molto più Juve che Inter. Se lo stato di forma attuale e i numeri del campionato dicono che in questo momento la migliore è la Lazio, è giusto interrogarsi su chi sarà d’ora in avanti la sua avversaria più pericolosa. E’ vero, la squadra di Sarri continua a non convincere, non appaga l’occhio, si è fermata a metà del guado, non è riuscita cioè ad attraversare il fiume di parole che passa fra risultatismo e giochismo. Eppure, è ancora là, prima in classifica, con un piede e mezzo nella finale di Coppa Italia e alla vigilia di un’agevole qualificazione ai quarti di Champions. Con la sensazione che non possa che migliorare. 
Intanto, l’esame Ronaldo, cioè vincere una partita senza i gol né la partecipazione di CR7, l’ha superato. A fatica? Fino a un certo punto. Dybala in questa stagione il suo coniglio l’ha estratto dal cilindro ogni volta che ce n’era bisogno, quando gliene è stata data la possibilità.

UOMINI DECISIVI
Poi è giusto domandarsi se non si sia inceppato qualche ingranaggio nei meccanismi della società bianconera, visto che proprio Dybala, il giocatore più decisivo, dopo Ronaldo, è ovvio, al ritorno dalle vacanze estive era stato confinato in quarantena in attesa di essere ceduto. Così come è giusto domandarsi se altre scelte di mercato, in primo luogo la scommessa sui parametri zero Ramsey e Rabiot, siano state o meno all’altezza delle puntate precedenti. Cioè, appare riduttivo pensare che le difficoltà juventine, soprattutto in trasferta, in casa in Europa soltanto il Liverpool ha fatto meglio, dipendano esclusivamente dal cambio di gioco non digerito. A metà febbraio non solo non c’è ancora un modulo definitivo, ma il rendimento delle mezze ali è deficitario, chiunque vada in campo, la difesa non sta abbastanza alta e perciò si trova spesso scoperta e davanti la squadra fatica a riempire le aree di rigore avversarie: lo fa meglio quando c’è Higuain, che però ha segnato meno della metà dei gol di Caputo. Eppure, resta forte la sensazione che una svolta positiva sia imminente: la rosa ha una profondità unica, in Italia e in Europa, l’ha detto anche Klopp, e le squadre di Sarri in genere rifioriscono a marzo.

LIMITI DI CARATTERE
L’Inter ha più problemi. Il più evidente è che ogni volta che ha incontrato avversarie veramente forti ha perso. Ha perso con la Juventus e il Barcellona, con la Lazio e il Borussia Dortmund. Non è riuscita a vincere neppure contro Atalanta e Roma. La mentalità, il tipo di gioco e la voglia di vincere di Conte funzionano contro rivali di livello non eccelso. Ma se l’ostacolo si alza certi limiti tecnici e fisici vengono a galla. In questo periodo, poi, la squadra sconta la scelta societaria sbagliata di non dotarsi di un secondo portiere all’altezza: senza Handanovic, l’Inter ha rischiato di perdere il derby,  è caduta in casa contro il Napoli nella semifinale d’andata di Coppa Italia e pure l’altra sera all’Olimpico ha pagato dazio. Più in generale, l’aggressività che piace a Conte richiede uno sforzo forse esagerato, soprattutto per un centrocampo fisicamente non molto dotato (Barella, Sensi, lo stesso Brozovic…) e non si può chiedere alle due punte non solo di segnare ma anche di creare tutte le occasioni da gol. Manca qualità e perciò stupisce il ritardato inserimento di Eriksen, acquistato proprio per questo. Se questo sistema di gioco proprio non fa per lui, Conte dovrebbe cambiare sistema di gioco. Come fece al Chelsea per Hazard.
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