Commisso: «Lo stadio? Soldi miei, si fa come dico io»

Commisso: «Lo stadio? Soldi miei, si fa come dico io»
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Giovedì 24 Settembre 2020, 13:55 - Ultimo aggiornamento: 13:56
La costruzione dello stadio è tema caldo, da Milano a Roma fino a Firenze, dove il presidente della Viola, Rocco Commisso, combatte contro la burocrazia. «I politici si stanno mettendo avanti sullo stadio. Allora io dico: mettete voi i soldi, fate come volete, con i migliori architetti del mondo. Con i soldi di Rocco si fanno le cose come voglio io. Senza stadio si 'vivacchià, ho 70 anni e io non sono venuto qui per fare questo: qualcuno si prende il rischio che io perda entusiasmo». Lo ha detto il presidente della Fiorentina Rocco Commisso, in una conferenza stampa per presentare uno studio relativo all'impatto economico in caso di costruzione del nuovo Artemio Franchi. Commisso ha anche detto che «in America le squadre sono state spostate da uno Stato all'altro. Se fossimo stati lì, la Fiorentina sarebbe stata portata in Svizzera. Questo non lo farò, ma sono sicuro che con competizione» tra soggetti interessati «qualcuno si sarebbe svegliato».

Il presidente ha fatto l'esempio dello Yankee Stadium, il più importante in America: «È stato distrutto ed è costato 2,3 miliardi di dollari, di cui 1,4 dati dal Governo.
Io non sto cercando i soldi per lo stadio, ma chiedo incentivi al Comune. Con questo progetto investiamo e i turisti arriveranno davvero nel nuovo stadio Franchi». Sul termine 'distruggerè, da lui usato qualche giorno fa, Commisso ha precisato che del progetto di Pier Luigi Nervi «possiamo tenere la torre di Maratona e le scale elicoidali ma tutto il resto si deve buttare giù». Inoltre, riguardo alle società che hanno incrementato i ricavi dopo la costruzione dello stadio Commisso ha citato su tutte «Manchester City e Juventus». I prossimi passi prevedono «di andare a Roma entro due mesi per presentare il nostro progetto. Il Franchi non è l'unica opzione, stiamo lavorando anche sull'ipotesi di Campi Bisenzio», su cui «faremo un progetto» in parallelo alla vicenda Franchi per uno stadio.
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