City, mezzo miliardo in dieci parole: un tweet ufficializza l'offerta monstre per il 10 % dei Citizen

City, mezzo miliardo in dieci parole: un tweet ufficializza l'offerta monstre per il 10 % dei Citizen
di Benedetto Saccà
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Giovedì 28 Novembre 2019, 09:30
 Un tweet di dieci parole per comunicare all’universo il viaggio di un oceano di soldi. Mezzo miliardo di dollari, per essere esatti. Così, ieri mattina, poco dopo le 7, l’account del Manchester City ha pubblicato un messaggio apparentemente da nulla, eppure capace di recare in sé ricchezza a fiumi e tonnellate. «Annunciati nuovi investitori in Cfg (City Football Group, ndr). Benvenuti nella famiglia Silver Lake», si leggeva. Giusto per avere un’idea della scena, il Silver Lake – un gruppo americano «leader globale negli investimenti tecnologici» – ha acquisito il 10% della City Football Group, ovvero la controllante del Manchester City (e non solo), per l’assurdità di 500 milioni di dollari. Dieci parole di un tweet per trasferire quasi mezzo miliardo: 454,5 milioni di euro, giusto per essere precisi oltre la virgola. A pensarci freddamente, una sproporzione spaventosa. Sarebbe sufficiente già solo un panorama simile per scolpire il 27 novembre del 2019 nel librone dei record del pallone (e dei petrodollari). Ma non basta. Del resto a meravigliare e scandalizzare il pianeta ora è il riverbero della notizia. Perché se di una società viene valutato il solo 10% circa 500 milioni di dollari, di riflesso la sua totalità non può che equivalere a quasi cinque miliardi. E, infatti, «l’accordo valuta City Football Group 4,8 miliardi di dollari americani», hanno tenuto a specificare le parti nella nota finale. Sono 4,36 miliardi di euro.
NUMERI E IDEE
È evidente che sia un record pazzesco. Di più: una ricchezza di cui si fatica a disegnare la proporzione, oltre che immaginare il perimetro. Tanto per intendersi, con 4,8 miliardi di dollari ci si comprano quasi undici aerei A380 oppure, se preferite, altrettanti Boeing 747. O, ancora, Cristiano Ronaldo per 43 volte. Va detto, comunque, che il gruppo americano ha comprato non esattamente il City di Pep Guardiola, bensì il 10% della Cfg, ovvero la società controllante del City, del New York City (negli Usa, ovvio), del Melbourne City (in Australia), dello Yokohama F. Marinos (in Giappone), dell’Atletico Torque (in Uruguay), del Girona (in Spagna) e del Sichuan Jiuniu (in China). E non è tutto. Il principale azionista del gruppo rimane, con una quota del 77%, lo sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan, membro della famiglia reale degli Emirati Arabi Uniti. Gli statunitensi – anzi, i californiani – di Silver Lake, poi, si accompagneranno nell’azionariato a un gruppo di investitori cinesi che possiede il 12% già dal 2015.
GLI ITALIANI
Insomma, per esemplificare senza scostarsi troppo dalla realtà, non c’è nulla di inverosimile nel dire che il City sia la squadra di calcio più preziosa del mondo. Secondo il Financial Times, a regnare sulla terra dello sport sarebbero comunque i Dallas Cowboys della Nfl di football americano, stimati di un valore di cinque miliardi di dollari. Poi, nella classifica, seguono i New York Yankees di baseball con 4,6 miliardi e il Real Madrid, accreditato di 4,2. Perfino inutile annotare che non esistano club italiani nelle prime 50 (e non cinque...) posizioni della graduatoria. Qualcosa stride. Ridurre ogni difficoltà a una mera questione di giocatori e di campo, però, significherebbe non voler nemmeno vedere il problema. E severa, in fondo, è la sintesi. I club, in Inghilterra e al vertice in Spagna, hanno una visione di sviluppo, navigano in un orizzonte senza le nuvole della burocrazia, lavorano per guadagnare denaro solo tramite il valore e soprattutto la qualità del calcio e dei calciatori. In Italia, semplicemente, drammaticamente: no. Dalle vette della qualità, sbriciolata in qualsiasi piega dei dettagli, scendono fiumi di quattrini: sotto forma di diritti televisivi, sponsor, fuoriclasse, allenatori geniali. E, come si è notato ieri, investitori. Meraviglioso circolo virtuoso.
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