Immobile: «Accetto le critiche, ma non le cattiverie: mi hanno ferito»

«Sarri? Un modo di gioco completamente diverso rispetto a quello fatto fino ad ora. Il gioco con la Lazio mi aiuta anche in Nazionale»

Immobile: «Accetto le critiche, ma non le cattiverie: mi hanno ferito»
di Mario Tenerani
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Martedì 9 Novembre 2021, 15:26

FIRENZE - Ciro Immobile, capitano della Lazio, è pronto a guidare la Nazionale nel suo stadio: “E' una sensazione bellissima giocare all'Olimpico una sfida così importante”. Ma l'attaccante biancoceleste non dimentica le dure critiche subite in azzurro: “Mi hanno ferito tanto. Accetto di essere criticato, ma le cattiverie no. Non mi hanno trattato come gli altri. Ad un certo punto all'Europeo pareva non fossi nemmeno uno dei 26...”. Ciro è carico.

Lei è il miglior attaccante italiano: si è sentita la sua mancanza ad ottobre ed è arrabbiato perché è nel mirino della critica?

“Sono contento di essere tornato, l'ultimo infortunio mi ha impedito di star vicino alla squadra.

Ho sofferto da casa. Ringrazio Mancini, per le sue parole che mi hanno fatto piacere. Indossando questa maglia le critiche fanno parte del gioco, vado avanti per la mia strada. So che con la Lazio sto facendo numeri importanti e cerco di fare il massimo anche con l'Italia”.

Cosa le ha insegnato Sarri e cosa le ha dato in più?

“E' un modo di gioco completamente diverso rispetto a quello fatto fino ad ora. Il gioco con la Lazio mi aiuta anche in Nazionale. Ad ottobre non c'ero, ma cercherò di mettere tutto me stesso in campo come ho sempre fatto. Sono gare molto importanti e difficili. Vogliamo raggiungere l'obiettivo insieme”.

Ha sofferto molto per le critiche?
“Un po' mi fanno soffrire, non lo nego. So che i miei numeri con la Lazio e con la Nazionale non sono uguali, ma il paragone non si può fare. Con gli azzurri giochiamo tra le 6 e le 8 partite all'anno, a volte ci arrivi in condizione non buona, a volte ti senti bene e vorresti fare di più. 

Desidererei segnare lo stesso numero di gol che faccio con la Lazio, ma non tutto quello che vogliamo riesce. Mi dispiace non ricevere lo stesso trattamento di altri. Sembrava che non facessi parte nemmeno dei 26 quando abbiamo vinto l'Europeo ed è stata la cosa più brutta. Un conto è criticare, un conto è la cattiveria bella e buona. Sono più che soddisfatto di quello che faccio con questa maglia, so che devo lavorare per fare qualche gol in più perché le prestazioni sono state buone”.

Cosa ha provato quando ha superato il record di Piola?

“E' stata un'emozione bellissima e diversa. Di solito vado sotto la curva per esultare, invece stavolta ci sono andato per ricevere un premio così importante dalla curva biancoceleste. Grazie alla squadra che mi ha messo in condizione di raggiungere questo obiettivo”.

Cosa si sente dentro in vista della Svizzera e c'è qualcuno in Nazionale che ha bisogno di essere coccolato e che vuole coccolare?

“Io ho bisogno di essere coccolato, ma come la maggior parte dei calciatori. Il ct e lo staff cercano sempre di mettermi nella condizione giusta e di capire di cosa ho bisogno per esprimermi al massimo. Questo mi rende felice e mi dà una carica in più. E' bello sentirsi coccolati nei momenti più difficili, come a settembre, quando Mancini mi ricordò che ero campione d'Europa e che non dovevo dimostrare niente. Questo mi ha dato la carica giusta, anche se ad ottobre non ho potuto dimostrarlo. Ora siamo qui per lottare per un obiettivo così importante, per qualificarci ai Mondiali, non voglio passare dai play off perché ho bruttissimi ricordi.

Coccolare Belotti? Il Gallo ha avuto un infortunio all'inizio e probabilmente questo l'ha penalizzato. Adesso sta tornando, ha segnato il centesimo gol in A e sono felice per lui. Noi ci parliamo sempre. Ci diciamo che la Nazionale ha bisogno di noi, dei nostri movimenti e dei nostri gol”.

Lei è il giocatore in attività che ha segnato di più in Nazionale con 15 gol. Per evitare le critiche i compagni devono aiutarla di più in campo?

“E' un discorso che si può fare quando la squadra non vince, ma quando la squadra vince l'Europeo per me va bene così. Posso anche non segnare mai, ma se la squadra vince io sono contento ed è quella la cosa più importante”. 

Il gioco di Sarri la sta aiutando per segnare più gol?

“Non gioco più con un compagno vicino. Il mister mi dice che potrei segnare anche più gol, perché a volte attacco l'area sempre nello stesso modo. Stiamo cercando di fare il gioco che vuole lui, all'inizio abbiamo fatto fatica ed ora ci stiamo riuscendo. Mi sono anche chiesto all'inizio se fossi io il problema, ma lui diceva di no. Riesco ad attaccare la profondità. Il venire incontro e far salire la squadra non fa parte delle mie caratteristiche, ma ne ho altre e cerco di sfruttare quelle”.

Nel ranking Fifa l'Italia è quarta: il Mondiale rappresenta per lei e per la sua generazione la chiusura di un cerchio?

“Sì, sarebbe un gran finale. Vivere questa maglia in competizioni del genere è la cosa più bella del mondo per chi ama giocare a calcio. Alla partecipazione al Mondiale teniamo tutti moltissimo. Stiamo lavorando per raggiungere la qualificazione prima possibile dopo la delusione del 2017”.

Pensa che quel brutto ricordo del 2017 possa condizionarvi? E le discussioni con Mancini nei primi minuti sono un freno o no?

“Il ricordo del 2017 l'ho cancellato dalla memoria. E' una pagina brutta della mia carriera. Va eliminato perché crea tensioni inutili. Anche alla Lazio Sarri mi chiama spesso. E' normale che Mancini mi richiami quando si ferma il gioco. Sono cose da campo. Non mi condiziona, è l'allenatore che deve fare così”.

I pericoli della gara contro la Svizzera quali sono?

“Sarà una gara difficile. Loro pressano molto, l'abbiamo visto anche all'andata. Facemmo una buona partita, anche se non la migliore. Bisogna migliorare la finalizzazione, ma sul piano del gioco fabbricammo una buona prestazione”.

Quanto ci tiene alla classifica dei marcatori e cosa pensa della lotta con Simeone e Vlahovic?

“Stanno facendo bene entrambi. Vincere la classifica cannonieri è sempre dura in Italia”. 

Di gol ne ha segnati tanti, ce n'è uno che sogna di realizzare in particolare e che significa giocare all'Olimpico per lei?

“Quando indossi la fascia di capitano della tua squadra e poi vai a giocare con la Nazionale nel tuo stadio provi una sensazione meravigliosa. Senti la voglia di scendere in campo subito ed è bello. Il gol che sogno è il prossimo”.

Possiamo dire che il centravanti della Nazionale ai Mondiali sarà lei?

“Io voglio esserlo. E' un sogno, un obiettivo. E di solito gli obiettivi vanno perseguiti. Sognavo di fare il calciatore, l'attaccante, vincere l'Europeo e la scarpa d'oro. Mia mamma dice sempre che sono testardo e che voglio sempre vincere. E' bello porsi degli obiettivi e cercare di raggiungerli. Non ho rimpianti e rimorsi”. 

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