Ciro e il Toro, il passato è senza amore

Ciro e il Toro, il passato è senza amore
di Alberto Abbate
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Giovedì 23 Settembre 2021, 07:30

La rete numero 160 in serie A contro il Cagliari è una sentenza contraria a chi lo ha rimesso sotto processo. Immobile è libero, sgombro dal contraccolpo psicologico azzurro, ma ora deve sbloccare il successo della Lazio con la legge dell’ex sempre in gol. Ciro ritrova il Toro. Ed è ancora irritato dallo scorso 18 maggio quando il presidente Cairo – secondo la sua denuncia – lo raggiunse nello spogliatoio e inveì contro di lui per averci messo «troppo impegno». I granata allora rischiavano la retrocessione perdendo quel recupero del 25esimo turno, rinviato il 2 marzo per la mancata presentazione dei piemontesi (bloccati a Torino dall’Asl per alcuni positivi nel gruppo) all’Olimpico. Finì 0 a 0, ma Immobile ha ancora il dente avvelenato. Anche perché proprio dalla sfida d’andata, vinta sotto la Mole, erano emerse altre polemiche sul suo conto. Il bomber era stato accusato di aver giocato «positivo», nonostante un tampone negativo avesse appurato il contrario. Ciro quel giorno era entrato al 56’ e aveva ribaltato il Torino e il risultato – da 3-2 a 4-3 - prima con un rigore al novantesimo, poi con l’assist per Caicedo all’ultimo secondo del recupero. Era il settimo centro biancoceleste su 10 revival contro il suo ex club, Immobile ha sempre segnato nelle ultime tre trasferte a Torino. E ieri è partito dalla capitale con lo stesso obiettivo. 
ALL’ATTACCO
Zitti tutti, parla il gol. E il capocannoniere del campionato stavolta pretende sia un verdetto di trionfo. Immobile non guarda più solo al suo record (è a – 4 reti da Piola, mito assoluto), ma ha promesso a Sarri di risollevare subito le sorti della Lazio. Domenica è volato, ha scaraventato tutta la sua rabbia all’angolino. Inutile perché poi Cragno e la traversa gli hanno negato il raddoppio. L’ultimo pareggio è ancora indigesto: «Ma ora lavoriamo per crescere e non guardiamo più indietro». Stavolta Ciro spera di sfruttare di più le sgommate di Felipe Anderson, anche lui bestia nera del Torino: cinque firme contro i granata, incluse due delle tre doppiette collezionate nel torneo italiano. Nonostante il derby in arrivo, Sarri lo vede in crescita e non rinuncia al brasilaino. Zaccagni è ko per un trauma distrattivo, tornerà forse addirittura dopo la sosta in gruppo: straordinari dunque davanti anche per Pedro. Serve il tridente titolare per abbattere la solidità ritrovata dal Torino: zero gol subiti negli ultimi due match con Salernitana e Sassuolo. 
EQUILIBRIO
Va sfondato il muro, Sarri insiste all’assalto.

Undici reti segnate finora dalla Lazio, eguagliate le prime quattro giornate del 1934. E la quinta promette altri record. Perché i biancocelesti non restano a secco contro i granata per due incontri consecutivi dal 2013 con Petkovic. Sarri sfida Juric sul pressing, ma non potrà guardarlo da vicino. Ricorso respinto, denuncerà l’arbitro Chiffi per questo, ma il tecnico oggi alle 18.30 sarà ancora sugli spalti in collegamento con il vice-Martusciello. Resta in silenzio alla vigilia, ma i numeri parlano: Maurizio non ha mai perso contro il Torino, 8 successi e 2 pareggi nel curriculum. I granata hanno vinto appena una volta nelle ultime sette gare casalinghe contro la Lazio. E allora bisogna confermare questo dato per presentarsi con maggior autostima domenica al derby all’Olimpico. Sarri prosegue nel collaudo, lascia aperti i ballottaggi a centrocampo fra Akpa Akpro e Luis Alberto, ma anche fra Cataldi e Leiva affaticato. L’obiettivo è raggiungere sempre un maggior affiatamento e l’equilibrio perché dietro si balla ancora troppo. In difesa Patric insidia Luiz Felipe, Marusic e Lazzari pronti alla staffetta da inizio campionato. La formazione titolare resta segreta sino a un’ora prima del fischio d’inizio. Solo Immobile è inamovibile e sicuro del posto. È il torero. 

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