Coronavirus, Cina azzera i contagi ma il calcio resta un rebus per "colpa" dell'Europa

Coronavirus, Cina azzera i contagi ma il calcio resta un rebus per "colpa" dell'Europa
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Venerdì 27 Marzo 2020, 13:11 - Ultimo aggiornamento: 14:48
La Cina sta cercando di tornare alla normalità. Anche con il calcio, ma non è detto. Ci vuole ancora un po'. La Super League - il massimo campionato cinese - prima a fermarsi lo scorso mese di gennaio per l'epidemia di Covid-19 (divenuta poi pandemia) - vuol provare a ricominciare, ora che l'epidemia sembra contenuta, ma riavviare il torneo - mentre nel resto del mondo, soprattutto in Europa, i maggiori campionati s'interrogano su come e quando riprendere la stagione - non è cosa semplice e sono tanti i problemi da affrontare: dalle squadre ancora spaventate dal coronavirus ai giocatori sparsi in tutto il mondo che non possono tornare. Sul tavolo della Super League c'era un pacchetto di date per riprendere, la scorsa settimana, il 18 aprile o il 2 maggio, date individuate però prima che si sapesse che un giocatore brasiliano impegnato nella seconda divisione cinese e il belga dello Shandong Luneng, Maropuane Fellaini fossero risultati positivi al coronavirus.


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L'allenamento è in salotto, con il campione

Riavviare il campionato è un percorso a ostacoli.
Infatti, mentre in Cina hanno ripreso gli allenamenti molti giocatori e allenatori stranieri sono ancora nei loro paesi e da sabato, anche gli stranieri con un visto o un permesso di soggiorno non potranno più entrare in Cina. Per diverse star della Super League, come i brasiliani Oscar, Hulk e Paulinho, è una corsa contro il tempo. Anche se i club più ricchi possono noleggiare voli charter, non tutti riusciranno a tornare prima di domani e comunque chi torna dovrà osservare la quarantena ritardando ulteriormente il ritorno in campo. E dopo una pausa così lunga, molti giocatori avranno una forma fisica scadente, il che dà motivo di temere difficoltà per un campionato con un programma serrato. Altri giocatori, invece, sono restii a tornare, come Cédric Bakambu. Sotto contratto con Beijing Guoan, vice-campione cinese, il congolese potrebbe perdere la nascita del suo secondo figlio se ritorna in Cina. «Devo partire senza sapere quando posso tornare», ha detto l'attaccante, preoccupato di non vedere la sua famiglia per diversi mesi
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