Nazionale, Chiellini: «Noi difensori rovinati dal guardiolismo»

Nazionale, Chiellini: «Noi difensori rovinati dal guardiolismo»
di Ugo Trani
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 8 Novembre 2017, 23:10
Parola al senatore: Chiellini, in Aula Magna a Coverciano, alla viglia della partenza della Nazionale per Stoccolma.

L'Italia è favorita?
«In queste partite le percentuali di qualificazione siano sempre di 50% e 50% a prescindere dal valore ipotetico dei giocatori, dalla qualità e dall'esperienza perché sono partite talmente importanti e difficili che in uno scontro diretto le opportunità son uguali per entrambe le squadre».
 
Come vi avvicinate alla sfida?

«Personalmente non percepisco ancora quella tensione e quella responsabilità che sicuramente arriverà con l'avvicinarsi della partita. Prevedo una partita sicuramente difficile, che si giochera' sugli episodi, con due squadre che sanno l'importanza di questa partita e che non andranno avanti alla garibaldina. Sara' una partita molto combattuta che si giochera'su palle sporche, sull'attenzione e siamo pronti. Mancano ancora due giorni ma credo che bene o male sia da parte nostra che da parte loro la partita sia abbastanza chiara».

Stavolta non avrà da marcare Ibrahimovic?
«Mi sarebbe piaciuto rigiocarci contro ma non in questa occasione. Evito molto volentieri di affrontarlo in questo spareggio perchè è un giocatore eccezionale, che decide, determina le partite».

De Rossi ha detto che la mancata qualificazione dell'Italia al prossimo mondiale sarebbe una macchia indelebile per tutti. Conferma?
«Credo che sia normale. Per fortuna l'Italia sono sessant'anni se non sbaglio che va sempre al mondiale quindi da parte nostra c'è grande volontà di arrivarci e di giocarcelo e viverlo questo mondiale sia per chi ne ha fatti tanti come Buffon che sarebbe al sesto, sia per chi deve fare ancora il primo. Quindi sapevamo un anno e mezzo che fa che al 99% il nostro percorso sarebbe stato questo e saremo pronti, con grande equilibrio, con grande rispetto e consapevolezza della difficoltà di una partita, di uno scontro diretto e dell'affrontare comunque un'ottima squadra».

C'è chi accusa l'Italia di essere in difficoltà negli ultimi mesi, soprattutto dopo la sconfitta rimediata in Spagna. E' d'accordo?
«Credo che si sia perso un po' l'entusiasmo che poi è un po' quell'acceleratore, quella cosa che serve per rendere al meglio. Con tutto il rispetto speravamo che finisse in altro modo”contro la Spagna, “non solo per la sconfitta ma per come doveva essere la partita. Gia' l'atmosfera che si è respirata a Reggio Emilia contro Israele l'ho trovata, vivendola da casa, abbastanza fuori luogo perchè alla fine dall'entusiasmo di Udine per una semplice partita, alle polemiche, ai fischi di Reggio Emilia, l'ho trovato ingiustificato. La sconfitta contro la Spagna ci ha tolto quell'entusiasmo e quella spensieratezza che sono necessarie anche per il calcio che avevamo in mente».

Che cosa è successo nello spogliatoio del Filadelfia dopo il pari casalingo contro la Macedonia?
«Abbiamo parlato un po' del momento ed anche un po' delle cose che potevamo noi per aiutare la squadra a giocare come sa e a vincere, anche a livello umano. Ho letto le parole di ieri di Buffon, non è successo niente di particolare. Una cosa che succede sempre quando le cose vanno bene o quando vanno male. E' chiaro che in un momento delicato venga messo in risalto ma un confronto fra di noi e poi con l'allenatore c'è costantemente dopo ogni partita sia nelle cose fatte bene che ancora di piu' nelle cose fatte meno bene».

In Svezia ecco di nuovo che Ventura e l'Italia si affidano alla BBC.
«Non è che noi tre abbiamo piu' responsabilità degli altri. Rigiocare con Leo fa sempre piacere ma è successo pure un mese fa, non è passato poi così tanto tempo”. 

La Nazionale in Svezia sarà quasi quella di Conte: il ricambio generazionale si è arenato?
«Ci sono periodi e periodi. Per fortuna siamo tutti sani e quella è una cosa importante. La verità è che in questo anno e mezzo tante volte mancava sempre qualcuno e quello è un motivo primario perchè poi al gruppo che ha fatto l'Europeo si è aggiunto qualche nome, mi viene in mente Belotti che ora è in ripresa ma viene da un infortunio. Per il resto c'è qualche novità ma è normale che in un anno e cinque mesi cambiare venti giocatori...I ragazzi si stanno integrando bene, io sono convinto che questa Nazionale crescerà ed avrà sicuramente un futuro importante. Non trovo ne' un rallentamento, né un ritorno alla vecchia guardia per certe partite. Semplicemente su tante partite questo è un periodo dove stiamo tutti o quasi tutti bene ed è normale che ci sia qualche cambiameto fisiologico. Anche in altre nazionali hanno piu' o meno la stessa storia nostra, non è che cambiano otto-nove giocatori da un anno all'altro se tutti stanno bene. C'è da essere soddisfatti ed i bilanci si fanno lunedì, il percorso è stato netto, quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto».

In Svezia ecco di nuovo che Ventura e l'Italia si affidano alla BBC.
«Non è che noi tre abbiamo piu' responsabilità degli altri. Rigiocare con Leo fa sempre piacere ma è successo pure un mese fa, non è passato poi così tanto tempo”. 

In difesa siete, però, sempre e solo voi tre. Che cosa sta accdendo in Italia?
«I ragazzi in Italia penso che ci siano perchè Rugani, Caldara e Romagnoli sono dei ragazzi del '94 che sicuramente dovranno crescere in esperienza internazionale pero' è anche normale alla loro eta' essere così. Hanno ventitre anni ed alla fine anche io alla loro eta' dovevo fare ancora esperienza internazionale. Molti di loro hanno piu' partite di me, per fortuna. Quindi da quel punto di vista secondo me l'Italia è ben coperta. Anche sulle fasce abbiamo giocatori con una media generazionale piu'giovane, che sicuramente faranno bene con grande tranquillita'. E' vero che c'è un buco generazionale perchè il guardiolismo ha rovinato un po' tanti difensori italiani. Ora i difensori sanno impostare, si allargano tutti per giocare, e non c'è un difensore che marca. Purtroppo è così, quando sono arrivato io a fare il difensore, ma anche i primi anni, si facevano esercitazioni per marcare, per sentire l'uomo sui cross. Ormai sui cross non c'è un difensore italiano che sente l'uomo e lo marca. Quello è un peccato grave perchè poi si perde un po' il Dna e le caratteristiche che volenti o nolenti ci hanno portato ad eccellere nel mondo. E credo che poi, con tutto il rispetto, noi non avremo magari grandi talenti come abbiamo avuto, come l'ultimo che ha smesso, Andrea Pirlo, che è un fuoriclasse ma non avremo neanche mai il tiki taka che ha la Spagna, che non è nella nostra filosofia. La storia ci insegna che per tornare ai vertici ci serviranno sicuramente dei talenti davanti perchè abbiamo vissuto la fine degli anni '90 e gli inizi degli anni 2000 che veramente ne avevamo a bizzeffe, ma anche al ritorno di qualche difensore in piu' sarebbe gradito».
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