Addio dollaro, la Roma yankee entra nell'euro

Tifosi contestano Pallotta (foto Mancini)
di Rosario Dimito
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Martedì 31 Dicembre 2019, 09:30
Dal dollaro all’euro. La Roma resta americana visto che passa da James Pallotta e Dan Friedkin entrambi cittadini Usa, ma dalla stretta di mano in videoconferenza di domenica scorsa a 3 mila chilometri di distanza fra Stoneham e Houston, alla firma del contratto (quasi sicuramente attraverso pec, cioè posta elettronica certificata), cambieranno molte cose. La società giallorossa costerà meno: 705 milioni. Come mai? Pallotta si accontenta di meno rispetto ai 790 milioni finora conosciuti? Nessun mistero, né sconti strani ed improvvisi. La transazione si sta chiudendo formalmente sullo stesso valore. Cambia la valuta. Finora il negoziato è avvenuto negli Usa, tra la sede del venditore (Boston) e quella del compratore (Houston). Adesso il contratto di compravendita relativo dell’82,1% della As Roma fra Neep holding (79%) e As Roma Spv Llc (3,1%) e una Newco che Dan Friedkin dovrebbe costituire ad hoc, va scritto in Italia con termini definiti in euro perché la società è quotata in piazza Affari e, naturalmente, gli investimenti sono avvenuti nella moneta avente corso legale in Italia.
PASSAGGIO DI CONSEGNE
Da ieri il negoziato, confermato ieri mattina dalla società giallorossa prima dell’apertura del mercato su richiesta della Consob, è sul tavolo dei legali per la stesura del contratto contenente tutte le modalità dell’operazione e le clausole di salvaguardia, cioè la regolamentazione del passaggio di proprietà. Per esempio dalle modalità di pagamento del prezzo, allo stipendio dei calciatori nel mese di dicembre durante il quale proprietario era Pallotta, alla sottoscrizione dell’aumento di capitale da 150 milioni di cui la tranche di gennaio è di 15 milioni. Non solo. La regolamentazione del contenzioso in essere alla firma e delle eventuali controversie che emergeranno in seguito ma imputabili alla gestione precedente, la definizione della nuova governance come i tempi per le dimissioni degli attuali 15 membri del cda espressione di Pallotta e la convocazione dell’assemblea dei soci per eleggere il nuovo consiglio. Già uno dei passaggi cruciali in queste fasi di transizione riguarda la gestione nel periodo successivo al passaggio di consegne. Siccome non è un’auto di cui l’acquirente entra in possesso uscendo dalla concessionaria e può decidere tutto da subito, bisognerà disciplinare tutti gli adempimenti da svolgere fino a quando la nuova proprietà non si insedia. Di solito, il padrone uscente svolge l’ordinaria amministrazione in stretto raccordo con il successore, evitando decisioni straordinarie. E anche questo andrà precisato nei particolari.
PALLOTTA ALL’INCASSO
Il cambio della guardia ha avuto, come era facile prevedere, riflessi sul titolo in Borsa che ha aperto con una forte domanda, cioè la richiesta di acquisto da parte della speculazione che vuol approfittare della situazione in vista dell’opa: dopo il trasferimento della maggioranza, l’offerta riservata ai piccoli risparmiatori (17,9%) verrà definita dalla Consob. Di solito la Commissione tiene conto del valore medio del titolo negli ultimi sei mesi: per effetto del rialzo del titolo di ieri, il prezzo medio è salito a 0,68 centesimi. Il titolo, infatti, ha aperto a 0,68 centesimi e, a metà mattinata, ha raggiunto un picco massimo di 0,72 centesimi, con un volume elevato di scambi (13,8 milioni di pezzi): la capitalizzazione è così schizzata a 433 milioni di euro. Il prezzo finale lordo sarà molto più alto ma perché incorpora il premio di maggioranza, i debiti pari a 275 milioni pari a un bond non convertibile collocato da Goldman Sachs a luglio 2019 presso investitori istituzionali e la ricapitalizzazione in corso. Al netto di tutto, Pallotta dovrebbe incassare 232 milioni di euro circa.
TOR DI VALLE
Anche gli aspetti finanziari rientrano nel contratto da stendere. Ma ormai si tratta solo di trovare una limatura tecnico-giuridica, al 99,9% il dado è tratto. Friedkin, assistito da JpMorgan sta progettando il futuro rilancio della Magica dal punto di vista calcistico e non solo. C’è un occhio vigile allo stadio da costruire. I terreni di Tor di Valle di proprietà della Eurnova di Luca Parnasi rientrano nella trattativa in corso fra l’immobiliarista romano, Unicredit che è il principale creditore del gruppo con 560 milioni circa e l’uomo d’affari ceco Rodovan Vitek. Il negoziato è in stand by in attesa di una decisione del tribunale fallimentare sull’istanza di fallimento su Parsitalia. Da quel che trapela da fonti coinvolte sul dossier, fino a quando non si troverà una quadra sul groviglio giuridico-finanziario, la trattativa sullo stadio non potrà aprirsi. E infatti Friedkin allo stato, resta alla finestra, seppure molto interessato.
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