Italia, centravanti cercasi: Immobile fatica e Mancini è senza un bomber vero

Immobile
di Ugo Trani
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Sabato 4 Settembre 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 10:28

Oggi come ieri. Il centravanti c’è, ma spesso non si vede. E, partita dopo partita, rimane comunque al centro del dibattito della Nazionale. Anche se meno di due mesi fa, con gli stessi giocatori/attaccanti, l’Italia ha vinto l’Europeo. Immobile, titolare nella competizione continentale, è stato spesso criticato. Nessuno ha mai messo in dubbio l’impegno, la voglia e anche la condizione fisica del miglior marcatore del gruppo (15 reti) e anche dell’attuale capocannoniere del campionato. Da Wembley al Franchi, non è cambiato niente. Stessi discorsi attorno al finalizzatore dopo la gara di giovedì a Firenze contro la Bulgaria. A Mancini manca il tiratore scelto. E alla lunga potrebbe penalizzare gli azzurri sia nella corsa verso il mondiale che direttamente in Qatar.

LIMITE DATATO
Il ct campione d’Europa ha solo ereditato il problema. Basta tornare a Euro 2016 in Francia: Conte schierò Pellè, scomparso dopo quell’avventura per un vaffa chinagliesco a Ventura. Alternativa: Zaza, sì quello del rigore comico contro la Germania ai quarti. Mancini ha solo potuto prendere di petto la situazione. Si è sforzato, almeno all’inizio, a recuperare Balotelli, impresa impossibile come sa bene Prandelli, al quale SuperMario fece fare una pessima figura al mondiale in Brasile del 2014. Alla fine Roberto ha ripreso la strada scelta da Giampiero: Immobile e Belotti, più Insigne. Le punte che hanno vinto il titolo a Londra, sono le stesse del flop nel play off del 2017. Ventura non arrivò al mondiale in Russia del 2018 perché l’Italia non riuscì a segnare nemmeno una rete in due partite contro la Svezia e Olsen. Titolari Immobile e Belotti nel match d’andata a Solna, Ciro e Gabbiadini sostituito in corsa dal Gallo in quella di ritorno a Milano.

MEDIA AL RIBASSO
L’Italia, nelle 7 partite dell’Europeo, ha segnato 13 reti, solo una in semifinale e in finale. Immobile ha lasciato il segno all’alba del torneo: 2 gol all’Olimpico contro la Turchia e la Svizzera. Si è fermato a Roma. A Wembley, nell’ottavo contro l’Austria, prese la traversa da 25 metri. Da quel momento non si è più acceso: quattro sostituzioni di fila. Belotti è rimasto a zero. E ha anche sbagliato il rigore l'11 luglio, ritardando la festa. Ciro, in 21 partite con l’attuale ct, ha realizzato 8 gol, quattro consecutivi fino alla seconda giornata dell’Europeo.

In azzurro, insomma, non è riuscito a tenere la straordinaria media che lo ha accompagnato con la Lazio in campionato (e nelle coppe). Non una novità per la Nazionale. È successo anche ad altri campioni del passato. Cecchini spietati nel club, mai in azzurro. Da Giordano a Pruzzo, tanto per fare esempi delle squadre capitoline. Anche Lippi, nel mondiale vinto a Berlino nel 2006, si accontentò dei 2 gol di Toni, il centravanti titolare dell’ultimo titolo conquistato dall’Italia prima di alzare la coppa a Londra. Anche lui Scarpa d’oro con la Fiorentina.

EXIT STRATEGY
Vale la pena ricordare, però, l’intuizione di Mancini: la striscia delle 35 partite è partita da Marassi il 10 ottobre del 2018, pari (1-1) nell’amichevole contro l’Ucraina di Shevchenko. Quella sera il ct scelse la formula con il falso nove: Bernardeschi, Insigne e Chiesa. Entrarono anche Immobile e Berardi che è stato spesso decisivo all’Europeo. I tre davanti ebbero la possibilità di scambiarsi la posizione, a segnare fu Bernardeschi e toccò a Insigne cominciare da centravanti. È successo pure all’europeo, in corsa. E soprattutto nelle sfide più complicate. Quando la nazionale stenta, è la soluzione che piace di più al Mancio. Nel centravanti mascherato rivede alcuni passaggi della sua carriera. E se domani sera a Basilea, nel primo scontro diretto con la Svizzera seconda (4 punti e 2 gare in meno dell’Italia), dovesse rinunciare a Immobile, l’opzione preferita resta quella del falso nove. Inserendo Berardi o Bernardeschi nel tridente con Chiesa e Insigne. Ma il ct, al momento, non ha scaricato Ciro che conta di riscattarsi contro la nazionale di Yakin.

SCELTA RIDOTTA
Il suo vice Belotti è out. Manca, dunque, l’alternativa a Immobile. Sono stati convocati anche Kean, Scamacca e Raspadori. Non sembra ipotizzabile che il ct si affidi a uno di loro in quella che può diventare la tappa principale verso Qatar 2022. Raspadori, entrato contro la Bulgaria, è il più giovane. E il più acerbo. Kean, appena tornato alla Juve, è senza minuti nelle gambe. Scamacca, fino all’ultimo dato per partente, ne ha contati solo 13 con il Sassuolo. Puntare su uno dei tre sarebbe un azzardo. Immobile o il falso nove, dunque. E più precisione come ha chiesto il Mancio. Dal centravanti e da chi si affaccia al tiro. A Basilea tornano Di Lorenzo e Chiellini. In dubbio Verratti: botta al ginocchio. Risonanza in ospedale per Calabria: esclusa la frattura al polso.

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