Carnevali: «L'Inter per prima su Scamacca, ma piace anche all'estero. La Roma non voleva cedere Frattesi. Berlusconi pazzo di Davide»

Giovanni Carnevali ©Andrea Vignoli
di Eleonora Trotta
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Sabato 26 Febbraio 2022, 14:43 - Ultimo aggiornamento: 14:53

Stesso quartiere, Borgata Fidene. E stesso anno, 1999, ma con una distanza di otto mesi uno dall’altro. Gianluca Scamacca e Davide Frattesi sono considerati due gemelli del pallone: dalla scuola calcio del Delle Vittorie, alla Lazio e poi alla Roma hanno praticamente corso sempre insieme. Oggi sono sulla copertina del calciomercato perché il Sassuolo, come da tradizione, li ha lanciati nel grande calcio: «Il nostro compito - ci spiega l’ad neroverde Giovanni Carnevali - è quello di valorizzare i giovani, per poi vederli crescere nei club più importanti». Una strategia collaudata e vincente che ha portato anche all'ultima scommessa: Riccardo Ciervo. «Speriamo che anche lui segua il percorso di Politano, Marchizza, Frattesi, Pellegrini - continua-. Siamo molto contenti di aver dato a Lorenzo la possibilità di diventare il capitano della Roma».

La vostra gestione è applaudita da tutti. Prima della partita contro la formazione di Mourinho, sono arrivati anche i complimenti di Tiago Pinto. 
«Ci fa molto piacere. Posso dire che mi ha fatto un’ottima impressione. Per un dirigente straniero lavorare in Italia non è facile. Le sue parole ci danno quella forza e quella energia per continuare a lavorare tra mille difficoltà. Con la Roma abbiamo un ottimo rapporto che dura da tanti anni, è una delle società con cui abbiamo concluso più trattative».

In molti, nella Capitale, rimpiangono Frattesi. La Roma ha mai pensato di ricomprarlo?
«No, però posso dirle che non lo avrebbero mai voluto cedere. È stata una trattativa lunga e complicata. Il club giallorosso credeva molto in questo ragazzo, ma ci sono dei momenti in cui è preferibile scegliere la piazza dove giochi di più. Deve crescere molto, ha dei margini incredibili: ha già fatto una gavetta in B e disputato diversi campionati».

So che vuole svelarci un retroscena.
«La scorsa estate venni chiamato ad Arcore da Berlusconi. Feci un pranzo con lui dove l’argomento principale era proprio Frattesi. Era innamorato di Davide, lo voleva acquistare a tutti i costi. La riunione è durata tanto e si è conclusa come sapete.

Ma dire di no a lui non è stato affatto facile. Per Frattesi ci sono attenzioni da parte di tante società italiane e straniere. Arriverà a grandi livelli, ma non è scontato che parta in estate: potrebbe anche rimanere». 

Davide e Gianluca Scamacca sono molto amici.
«Sono legatissimi e questo li può aiutare. Scamacca, essendo un attaccante, ha tantissimo mercato ed è già in orbita nazionale. L’Inter è stata tra e prime ad informarsi, ma ha ricevuto richieste anche dall’estero. Per il momento non ci sono chiusure o accordi. Bisogna capire qual è il momento giusto anche per loro».

Come definirebbe invece Berardi.
«È la nostra bandiera, credo che lui sia un campione per cui dobbiamo dare il giusto peso al valore del giocatore. La scorsa estate, ad esempio, abbiamo ricevuto una proposta non adeguata della Fiorentina».

Un aggettivo per Raspadori.
«Viene dal settore giovanile, è il nostro fiore all’occhiello. Il Napoli? Gli azzurri ci hanno chiesto solo Boga a gennaio. Per Giacomo nel mercato invernale è arrivata un’offerta dalla Premier League».

Anche Traorè sembra quasi un veterano.
«Ha grande talento e delle qualità incredibili. Deve ambientarsi e costruire delle certezze. Sicuramente anche per lui arriveranno delle offerte».

Intanto avete già individuato i prossimi innesti.
«Siamo sempre molto attenti ai ragazzi promettenti e Lucca è uno di questi. Non abbiamo raggiunto un accordo con il Pisa per una questione economica (offerta da 8 milioni più 2 di bonus è stata respinta, ndc), ne parleremo più avanti. Moro? Il nostro scouting lo ha puntato da tempo. La scelta del giocatore di venire da noi si è rivelata decisiva». 

Immancabile in chiusura una battuta sul suo mercato e sulle voci juventine che ritornano periodicamente.
«Essere accostato ad un importante club fa sempre piacere. Ma ho la fortuna di lavorare in una grande società, con la proprietà si è costruito un forte legame. C’è la consapevolezza di stare in un club giovane e grande». 

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