Ma a gennaio, sfruttando canali di agenti a lui vicini, il ds aveva pensato a Pellegrini o Sampaoli. Lo stop di Pallotta, deciso a cambiare in corsa, si è così sommato ad altre intromissioni nel suo operato da parte del presidente (o uomini vicino a lui, leggi Zecca) che lo avevano già frenato nelle ultime operazioni in entrata (su tutte, Perotti).
IL DIKTAT DI LUCIO
Considerate le premesse dell'addio di Sabatini, appare chiaro come voglia agire la proprietà Usa: creare un pool di lavoro con la supervisione costante di Zecca. Ma Spalletti è stato chiaro su questo punto: vuole accanto un operatore che conosca il mercato. Due quindi le ipotesi: affiancare al braccio destro di Pallotta qualcuno già presente a Trigoria (leggi Balzaretti, divenuto a dicembre ds) oppure un dirigente alla Giuntoli (Napoli). Tradotto: bravo, competente, in sintonia con l'allenatore ma poco accentratore. Un identikit che sembra essere la fotografia di Carli, ora all'Empoli. Un nome che accontenterebbe tutti: 1) Zecca potrebbe continuare a maturare esperienza e dispensare “consigli“ grazie al suo software, stile Moneyball 2) Spalletti avrebbe con sé un uomo di assoluta fiducia. Alternative non mancano: una è Gerolin, ora al Palermo, che ha già lavorato col tecnico a Udine. Intanto oggi Conti incontra la dirigenza che, confermata la volontà di assegnargli un ruolo marginale, deve ancora dirgli quale (dopo il rifiuto di Bruno di assumere il controllo delle Academy negli Usa). Pronto un pluriennale.
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