Il campionato va in pausa di stato, domani la decisione delle Figc

Il campionato va in pausa di stato, domani la decisione delle Figc
di Emiliano Bernardini
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Lunedì 9 Marzo 2020, 07:30

Tutti parlano ma alla fine nessuno ha ancora deciso. Una scelta seppur impopolare verrà presa già martedì nel consiglio straordinario convocato dalla Figc. Il Governo ieri è andato in forte pressing sul mondo del calcio. E in particolare sulla Federcalcio caldeggiando uno stop al campionato sull’onda anche dei diversi messaggi di paura lanciati dai calciatori. Ecco allora che martedì, in via Allegri a Roma, i principali attori del calcio si siederanno attorno ad un tavolo per capire come poter agire con l’unico comune denominatore di non mettere a repentaglio la salute degli atleti. Già oggi si saprà di più visto che anche in Inghilterra e in Germania faranno il punto della situazione. All’interno del calcio italiano la spaccatura è netta, come sempre d’altronde. C’è chi vuole fermarsi subito e chi invece vuole proseguire a porte chiuse. Telefoni roventi per tutta la giornata. Trovare un accordo sembra impossibile. Soprattutto perché i numeri dei contagi non accennano a diminuire e ogni giorno non è mai uguale all’altro. Si vive alla giornata. La maggior parte vorrebbe valutare la possibilità di chiedere al governo di decretare lui lo stop, unica strada per evitare di dover risarcire le televisioni. Il rischio, in caso contrario, è che anche gli stipendi dei calciatore possano essere in bilico. Bisogna trovare una strategia d’intervento considerando tutte le opzioni. Già in serie C c’è un contagiato. E se ci fosse anche in serie A? Lo stop sarebbe immediato aveva già sottolineato il numero uno della Figc, Gravina. 

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La prima cosa che verrà fatta è quella di mettersi immediatamente in contatto con la Uefa. Perché un conto è che a doversi fermare sia solo l’Italia e un conto invece è che l’emergenza abbracci anche altre nazioni. In questo caso andrebbe presa una decisione uguale per tutti. A questo punto verrebbe facile chiedere lo slittamento o il rinvio dell’Europeo in programma dal 12 giungo. In questo modo la serie A avrebbe il tempo di sospendere il campionato fino al 3 aprile (data di scadenza del decreto) facendo slittare in avanti il campionato. poi recuperare con calma le partite non giocate. Mentre l’Uefa potrebbe collocare l’Europeo in autunno oppure la prossima estate. Scenario che però ha ovviamente bisogno delle istituzioni calcistiche europea e mondiale. 

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Se invece il problema fosse circoscritto all’Italia, la Figc dovrebbe trovare un calendario alternativo. Magari forzando i tempi e giocando ogni due giorni. Una ipotesi estrema che al momento non raccoglie troppi consensi. Altrimenti si potrebbe rinviare la coppa Italia e usare quei turni. Ma c’è il grande problema delle coppa europee. Come si può giocare la Champions e l’Europa League se è vietato disputare le partite di campionato? Una questione che a caduta si porta dietro una serie di problemi enormi. 

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L’ipotesi estrema, a cui nessuno vorrebbe arrivare è quella di annullare il campionato. In questo caso cosa accadrebbe? Lo statuto della Federcalcio non prevede questa ipotesi, quindi non offre soluzioni. L’unica volta è accaduto nel 1915. Altro mondo altra situazione. Il campionato non era ancora nemmeno a girone unico. Da un lato c’è chi spinge per tenere la classifica attuale senza assegnare lo scudetto ma comunicando alla Uefa solo una classifica per le coppe.

Ad altri non va di certo bene, basti pensare alla Lazio in A o al Benevento in B. Vorrebbe dire buttare un anno e quindi soldi già spesi e rinunciare ad altri possibili. Un caos incredibile. Di fatto la scelta sarà impopolare e non farà felice nessuno. 

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