La rivincita di Sarri è nel suo sorriso, il futuro si decide adesso. Non ci aveva dormito due notti per l'ultimo derby, lo aveva studiato in ogni dettaglio, lo ha vinto di nuovo. È il terzo (su quattro) dal suo sbarco alla Lazio contro Mourinho, rispedito dietro la lavagna e con un terribile -6 in classifica, considerando persino il vantaggio nel doppio scontro diretto. Ora merita una targa a Formello. Sarri come Reja e come il Maestro. Andata e ritorno in paradiso, la Lazio non vinceva due derby nello stesso campionato dal 2011/12, e dal 1972/73 con zero gol subiti nel tabellino. Pure il 16esimo clean sheet in A è un record storico: «Ho martellato tutto il gruppo». Un gruppo che lo segue ormai come un Messia, sempre più compatto al suo fianco. Guardate la metamorfosi del ribelle Luis Alberto, valore aggiunto assoluto nel nuovo anno. Alla faccia di chi voleva uno spogliatoio irritato dai suoi dettami di gioco, che ora valgono il secondo posto: negli ultimi 10 anni, solo nel 2019/20 la Lazio era salita dopo 27 giornate sul podio d'argento e alla fine centrò la Champions. Ora obiettivo comune di un patto segreto stretto dal tecnico e la squadra a dicembre nel mini-ritiro turco. Da cinque giornate c'è anche il turbo: 13 punti conquistati, 7 guadagnati su Inter e Roma, 6 sul Milan, 9 sull'Atalanta defilata al sesto posto.
Lazio, corsa alla Champions League
Eroe è chi affronta la vita con coraggio e a muso duro con tutto quello che lui non ha e gli altri hanno. Sarri è uomo-derby e uomo-Champions: «Ma sulla carta ci sono squadre più attrezzate di noi per il quarto posto», ribadisce con un ritornello anche un po' scaramantico. L'unico però a considerare davvero l'organico della Lazio adatto per tre competizioni è Tare, con cui ad Alkmaar è ulteriormente sceso il gelo. Sabato Lotito ha preso da parte l'uno e poi l'altro a Formello, ha chiesto di congelare i dissapori almeno sino al termine del campionato. Nel frattempo il ds aveva tentato invano di orientare ancora più dalla sua parte una frangia del tifo, ma nessuno vuole mettersi in mezzo - vedi comunicato Curva Nord - e, dopo questo derby, pochi criticano un allenatore così vincente, schietto e sincero: «Avrei preferito restare in Conference, ma avevo capito che miei ragazzi avevano inconsciamente mollato per dedicarsi al campionato.
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