irando per i social, del resto, lo sgrullamento di spalle del (non) cantante milanese o le lezioni di vita (vita?) di Vieri da Formentera sono da settimane motivo di emulazione da parte di sportivi di ogni genere, non solo calciatori. Che nella maggior parte dei casi sono uomini rimasti molto bambini, dunque pronti a giocare, a divertirsi con nulla. Figuriamoci, quindi, che cosa può accadere se/quando hanno una (doppia) fonte di ispirazione così facilmente sfruttabile, riproponibile. Sarà inevitabile, vedrete, non cedere alla tentazione di seguire la moda. E, del resto, se tutti (o quasi) i calciatori sono tatuati, un motivo ci sarà. O no?
Andiamo a comandare, poi, sembra uno slogan su misura quando c'è di mezzo un traguardo da conquistare. E, dunque, vederlo riproporre in versione coreografica su un campo di calcio avrebbe un senso, anche se un senso non ce l'ha. La cosa importante, ne converrete, è che a nessuno venga voglia di esibirsi dopo un gol con alcuni passi rubati alla disarmante Vacchi Compilation. Perché a tutto c'è un limite, anche al peggio.