Lazio, via al tour de force: ad aprile 8 gare in 30 giorni

Simone Inzaghi tecnico della Lazio
di Daniele Magliocchetti
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Mercoledì 20 Marzo 2019, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 12:00
Aprile tutto d’un fiato. Otto gare in ventinove giorni. La Lazio tenta l’all-in per la Champions e la coppa Italia. Sarà il mese della consacrazione o della delusione. Vie di mezzo ce ne sono poche visto che, considerata la situazione e la classifica, centrare il quarto posto è possibile ma resta una bella impresa. Di quelle che, se tutto andrà per il verso giusto, resteranno negli annali della società biancoceleste. Nel medesimo periodo solo Juve e Napoli, per via degli impegni europei, giocheranno lo stesso numero di partite. Per la formazione di Inzaghi una motivazione in più per fare bene, per le dirette concorrenti un vantaggio perché i biancocelesti non si fermeranno mai. 
Il tour de force parte dal big-match con l’Inter del 31 marzo, e già lì si decideranno tante cose per l’Europa che conta, e finirà il 28 aprile a Genova con la Sampdoria. Nel mezzo ci saranno altre cinque gare di campionato, incluso il recupero con l’Udinese del 10 aprile, più sfide abbordabili con Spal, Sassuolo e Chievo, e la semifinale di ritorno di coppa Italia col Milan il 24. Una corsa senza respiro e senza la possibilità di avere l’affanno, altrimenti il rischio del tonfo è grosso.

MOMENTO DI FORMA
La curiosità è che la Lazio in questo periodo giocherà per tre volte a San Siro: due con i rossoneri, una con i nerazzurri. In totale saranno cinque gare in trasferta e tre in casa. Un calendario da brividi e da cuori forti perché la tensione sarà alle stelle in ogni partita. La posta in gioco è alta, ma è altrettanto vero che Immobile e compagni adesso partono con tutt’altro spirito rispetto a qualche settimana fa. Il gioco totale che esprime la squadra fa divertire e dà sicurezza, ma pure la condizione fisica dei giocatori sembra essere vicina alla perfezione. Lo staff tecnico, infatti, dopo le evidenti difficoltà del mese di febbraio, dove gli infortuni a catena l’hanno fatta da padrone condizionando non poco l’andamento delle gare, adesso pare aver trovato la quadratura del cerchio. Dal derby fino all’ultima gara col Parma, al di là del gioco espresso, la squadra ha messo in evidenza una condizione fisica brillante e per certi versi superiore agli avversari. La sensazione è che I preparatori abbiano studiato nei minimi dettagli per essere vicino al massimo in questo periodo per poi aumentare per gradi e dare tutto fino al termine della stagione. Ma non è tutto rosa e fiori. L’esperienza passata deve essere d’esempio per non cadere nei soliti errori. Sia quella recente, vedi quanto accaduto a febbraio con tanti impegni ravvicinati e i dieci infortuni, diversi a livello muscolare, ma anche lo scorso anno, dove la Champions League è sfuggita d’un soffio, all’ultima giornata e per un solo gol. Una delusione che ancora brucia tanto all’interno dello spogliatoio laziale, ma che potrebbe anche rappresentare il motore per vivere diversamente lo sprint finale. Nella scorsa stagione, proprio ad aprile, la Lazio costruì la sua rimonta sull’Inter. Le partite erano le stesse, otto in ventinove giorni, e fu una bella cavalcata, nonostante l’eliminazione dall’Europa League. Inzaghi ottenne sei vittorie, un pareggio e una sconfitta, ci fu il sorpasso sull’Inter, ma poi alla fine pagò tutto a caro prezzo. I giocatori utilizzati in quel periodo, bene o male, furono sempre gli stessi, tanto che alla fine si fecero male Luis Alberto e Immobile che giocarono sempre.
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