Roma, a Cagliari con l'ansia Champions, aspettando Friedkin

Roma, a Cagliari con l'ansia Champions, aspettando Friedkin
di Alessandro Angeloni
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Domenica 1 Marzo 2020, 07:30
Lo scorso 6 ottobre si è chiusa una porta e il destino di Nikola Kalinic ha preso altre strade. Quella rete annullata all’Olimpico contro il Cagliari poteva cambiargli la vita, invece l’urlo del gol è rimasto in fuorigioco e quel (presunto) fallo su Pisacane è stato decisivo. La partita successiva, a Genova contro la Sampdoria, lo ha atterrato definitivamente, con l’infortunio al ginocchio che lo ha trascinato nell’oblio. Oggi tocca a lui, lo ha riferito Fonseca. Decisione strana, forse rischiosa. Spiegabile, però, con le condizioni fisiche di Dzeko, reduce dalla battaglia di Gand. Edin riposa, questa l’ipotesi più probabile (lasciando invariato il 4-2-3-1). Oppure può essere affiancato anche da Nikola (in questo caso, dentro Cetin e sulle fasce i due terzini, Peres e Kolarov, con due attaccanti vicini). Quest’ultima, ipotesi meno probabile. Fonseca ha un altro problema: a centrocampo. Veretout non è al meglio, la solita caviglia in disordine. Si deciderà solo oggi. C’è Villar all’occorrenza come sostituto naturale, oppure Micki basso, con Dzeko messo dentro in extremis, ma significherebbe forzare troppo la situazione, perché il 9 ha bisogno di riposare. Per il resto le scelte sono quasi scontate: rientra Under, ci sarà Fazio al posto di Mancini (squalificato), Kolarov è in vantaggio su Spinazzola e Peres è avanti su Santon. Mkhitaryan, in questo momento, è intoccabile, Fonseca sfrutta la scia positiva e rimpiange tutto il tempo in cui non ce l’ha avuto a disposizione. Giocherà a trequarti.
UN 3-5-2 DI RISERVA
La sfida contro il Cagliari non è da sottovalutare, al di là del modulo che Fonseca deciderà di impiegare: la Roma, visto il distacco dall’Atalanta, è obbligata a non perdere punti. Ma lui, il tecnico portoghese, continua a credere nel quarto posto, che ad oggi appare come un miraggio. Quarto posto indispensabile per i nuovi proprietari, per provare a costruire un futuro meno affannato. «Sono una persona ottimista e positiva. Abbiamo ancora la possibilità di arrivare quarti, non credo che l’Atalanta non perderà punti fino alla fine del campionato. Noi dobbiamo fare meglio di quanto abbiamo fatto fino ad ora, ma sono ottimista, vedo che il gruppo ci sta credendo e per questo ho molta fiducia nei miei giocatori. Dobbiamo crederci e continuare a lavorare per raggiungere questa posizione», il pensiero di Fonseca. L’Atalanta è avanti tre punti (oggi gioca a Lecce e ha una partita con il Sassuolo da recuperare). La Roma continua a giocare e questo è un vantaggio, almeno in apparenza. Fonseca non è molto d’accordo: per lui il Coronavirus, se è un problema, deve esserlo per tutti. «Le autorità stanno cercando di prendere la decisione migliore in questo momento difficile. Io mi fido della autorità competenti, noi dobbiamo pensare che questo sia un problema e che si sta facendo di tutto per risolverlo. Poi si può avere un problema di regolarità sportiva, per non avere dubbi su questa regolarità c’è bisogno che se non si gioca una partita non devono giocarsi neanche le altre. O se si gioca una partita devono giocarsi anche le altre. Possono essere porte aperte o chiuse, ma se si gioca una partita devono giocarsi anche tutte le altre». O tutti a casa. 
ASPETTANDO IL GIOCO
Di sicuro, la squadra vista nelle due partite contro il Gent, non va da nessuna parte. Quella che ha battuto il Lecce, già più confortante. «Noi vogliamo sempre avere un ritmo alto. I numeri dimostrano che la Roma corre molto, ora è importante gestire bene i momenti della partita. Vogliamo avere sempre momenti di accelerazione, ma ora è più importante non perdere facilmente la palla, altrimenti poi dobbiamo correre per recuperarla. Scegliere i momenti in cui attaccare è molto importante per noi. Il gruppo è stanco, come normale che sia. Non abbiamo avuto tempo per recuperare da una partita difficile in Belgio ma ci siamo allenati bene. La squadra è motivata e ha fiducia». Ma giocare di lunedì, secondo Fonseca, sarebbe stato più giusto. «Ma questo non deve essere una scusa». Ci mancherebbe. 
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