Cagliari, Pisacane: «Con la Lazio senza timore, sappiamo quanto valiamo»

Cagliari, Pisacane: «Con la Lazio senza timore, sappiamo quanto valiamo»
di Francesco Caruso
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Sabato 14 Dicembre 2019, 09:30
CAGLIARI. Tifa Boca, ha ventotto tatuaggi, è tra i migliori difensori della serie A per rendimento: tra i segreti del Cagliari di Rolando Maran c'è sicuramente lui, Fabio Pisacane. Faccia da duro, sguardo cattivo, ma leale, sincero, schietto, dentro e fuori dal campo. Dalla serie B al sogno Champions, il Cagliari e Pisacane sono cresciuti insieme. "Pisadog" è uno dei sei reduci della cavalcata iniziata quattro anni fa e che adesso ha portato i rossoblù a lottare per l'Europa che conta.
E' tra i difensori con il più alto rendimento in serie A: Pisacane, è la sua miglior stagione?
«Al momento non si può dare un giudizio finale. Poi se sono rimasto tanti anni a Cagliari significa che ho fatto sempre le mie "migliori" stagioni. Quando arrivai nel 2014 in molti dicevano che ero di passaggio, che non sarei stato all'altezza di certi palcoscenici. Io ho tirato avanti per la mia strada e con il lavoro quotidiano ho dimostrato che ci potevo stare»
Il Cagliari vince "convincendo", imponendo il suo gioco: cosa è cambiato questa stagione?
«Merito del presidente che ha acquistato giocatori di assoluto livello. Già dall'estate gli addetti ai lavori ci davano tra le prime e per il momento non stiamo tradendo le aspettative. La fortuna della società è stata quella di prendere ragazzi che oltre al talento hanno ancora "fame", come Nainggolan. Radja poteva venire qui a far pesare il suo nome e invece si è messo a disposizione dell'allenatore e della squadra con grande umiltà: gioca con la stessa determinazione del "primo" Nainggolan, quello che si affacciava per la prima volta alla serie A. Qui a Cagliari nessuno si è accorto della differenza»
Proprio questo spirito da parte di giocatori come Olsen e Nainggolan, che venivano da una stagione non al top, l'ha stupita?
«Premetto che non sono d'accordo perché sia Nainggolan che Olsen venivano da grandi club, dove le aspettative erano tante e non credo che abbiano giocato al di sotto dei loro standard. Radja ha addirittura segnato il gol decisivo per la qualificazione in Champions, culmine di una serie di partite di altissimo livello. Olsen a mio avviso è stato crocefisso al primo errore la passata stagione, ma sbagliare è umano. La dimostrazione del suo valore la sta dando qui in Sardegna, ma penso che già l'anno scorso abbia disputato ottime partite»
Il terzo fattore che impressiona è l'empatia con il pubblico e una Sardegna Arena sempre sold out: quanto pesa sulla vostra classifica?
«Devo dire che qui dei tifosi non ci siamo mai potuti lamentare, il pubblico allo stadio è sempre stato tanto e caloroso. Normale che quest'anno dove sta andando tutto bene anche l'aspetto dell'affluenza venga rimarcato maggiormente. L'ottanta per cento delle persone che lunedì sera faranno il tutto esaurito sono le stesse che erano presenti quando giocammo contro il Modena o il Trapani in serie B. I sardi sono persone speciali e io con loro mi trovo benissimo. E' un rapporto nato con il tempo, vero, perché spesso all'inizio si va d'accordo solo per facciata»
Nonostante un campionato oltre le previsioni potreste addirittura avere dei "rimpianti": sentiti di aver perso qualche punto?
«Adesso, a trentatré anni, penso di avere la maturità giusta per dire che con i "se" e con i "ma" non si va molto lontano. Abbiamo 29 punti, tutti strameritati e a fine campionato si compenseranno, succede sempre così. Stiamo giocando bene, abbiamo dimostrato un carattere fuori dal comune, siamo difficili da battere: dobbiamo continuare così»
Lunedì sera affronterete una Lazio terza e reduce dalla vittoria sulla Juventus: il peggior avversario del momento?
«Adesso le squadre ci studiano e ci temono e forse il discorso potrebbe essere fatto a parti inverse. Anche negli anni passati, tranne la scorsa stagione, la Lazio ha avuto le sue difficoltà qui a Cagliari. Veniamo da una lunga striscia positiva, sarà una bella partita e faremo di tutto per rendere la vita difficile ai biancocelesti. Sappiamo quanto valiamo»
Ha già sentito Ciro Immobile?
«Ciro è un amico e quello che sta facendo quest'anno non mi stupisce: ormai è da anni che gioca a questi livelli. Credo che per fermare giocatori come Immobile o Correa serva la collaborazione di tutta la squadra, non solo dei difensori. Non sarà il singolo a fermare Immobile, qualora accadesse, ma l'organizzazione»
Si affiderà anche alla scaramanzia?
«La scaramanzia è per i più deboli. Le motivazioni giuste e lo studio meticoloso dell'avversario sono le armi giuste per rendere al meglio»
Tra i suoi tatuaggi ci sono diverse citazioni importanti: quale la identifica maggiormente?
«Ho ventotto tatuaggi, sono molto legato agli indiani d'America. Il mio preferito recita "Dio dammi la serenità per accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso e la saggezza per conoscere la differenza»
Meglio un posto in Europa o una convocazione per l'Europeo?
«Sognare è una delle cose più belle che ci viene concessa e può stimolare nel modo giusto, darti ambizioni. In questo momento il mio sogno più bello è il Cagliari tra le grandi anche a fine campionato. Dobbiamo vivere alla giornata, senza presunzione e rimpianti: a maggio vedremo dove saremo arrivati»
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