VECCHIA GUARDIA
A Cagliari Inzaghi schiera nove undicesimi della formazione che lo scorso anno vinse con la clamorosa rimonta passata alla storia. Fuori solo Luiz Felipe e Lulic, per i già noti problemi. Dentro Patric e Marusic che come detto è stato determinante. La Lazio vince e convince. Rispetto alle amichevoli pre campionato è cresciuta a livello fisico anche se manca ancora un po’. Ha avuto un vistoso calo all’inizio del secondo tempo che poteva anche costarle caro se Simeone non si fosse divorato il pari solo davanti a Strakosha. Ma nonostante tutto i biancocelesti hanno dimostrato di essere superiori in quantità e qualità. Il Cagliari è un cantiere aperto e Di Francesco dovrà lavorare molto per dare una identità alla squadra. Un punto in due gare. Male soprattutto in fase d’impostazione del gioco. Pesa anche il fatto che Joao Pedro sia stato costretto a fare un lavoro più difensivo. La Lazio è partita a mille e ha subito capitalizzato ma poi si è un po’ smarrita. O meglio è tornato a galla il solito problema di non chiudere prima le partite. Milinkovic prima, Correa poi si mangiano il raddoppio. Ma va detto che a stoppare i laziali ci si mette anche Cragno con due ottime parate.
QUESTIONE DI TESTA
Il merito dei ragazzi di Inzaghi è stato quello di “resistere” nel momento più difficile e sferrare il colpo del ko al momento giusto. A dare una grossa mano sono stati anche i cambi: Escalante al posto di Leiva e Akpa Akpro per Milinkovic. Non a caso il gol di Immobile è arrivato pochi minuti dopo la doppia sostituzione. Serviva una “scossa” d’energia e i due l’hanno data. La vittoria di ieri serve soprattutto per il morale. In una stagione piena di impegni e “unica” nel suo genere servirà la testa più delle gambe. Non bisognerà commettere l’errore fatto post lockdown. Le pressioni andranno gestite, una gara alla volta. E la Champions non dovrà essere un peso. Anzi bisgnerà sfruttarla per crescere ancora. Sarebbe fosse riscendere da quel gradino salito con tanta fatica.
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