Cagliari, Di Francesco torna da ex: «Roma mi ha dato tanto, ma vogliamo fare punti»

Eusebio Di Francesco
di Francesco Caruso
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Martedì 22 Dicembre 2020, 17:06 - Ultimo aggiornamento: 19:31

Roma-Cagliari, ovvero il ritorno di Eusebio Di Francesco all'Olimpico. Tante emozioni che si rincorrono nella mente dell'allenatore pescarese che alla vigilia della trasferta nella Capitale non si sottrae alle domande sul suo passato giallorosso. Dallo scudetto targato 2001 alla finale di Champions mancata nel 2018 "per un gol", di mezzo una partita da vivere con emozioni particolari a causa del covid.

Di Francesco parte dalla possibile formazione: «Per i convocati stiamo aspettando i tamponi - ha esordito l'ex Roma - Abbiamo recuperato Tripaldelli che oggi si allenerà con la squadra, mentre Faragò e Klavan sono out. Godin? Chiederò ai ragazzi di fare un ultimo sforzo, poi avremo quattro giorno di riposo: per Diego che ha recuperato da poco sarà difficile. Cercherò di mettere in campo la squadra che reputo più opportuna al di là delle partite precedenti. Walukiewicz si allenerà con il gruppo e valuterò domani se convocarlo ma credo che non ci siano problemi. Pavoletti o Simeone? Hanno caratteristiche diverse e ognuno può darmi qualcosa a seconda del sistema di gioco. Giovanni e Leonardo hanno avuto un periodo di recupero alle spalle e hanno giocato belle gare e gare meno positive: sono contento di averli entrambi.

Io dico solo che se ad esempio Lasagna che è l'attaccante della nazionale a volte gioca 5 minuti a partita non vedo perché Pavoletti e Simeone non possano alternarsi, anche se possono scendere in campo pure assieme. Ounas? Adam mi manca per le caratteristiche particolari che ha. È un giocatore di qualità, ma farlo partire dall'inizio domani è impensabile. Potrà invece giocare a gara in corso».

Fonseca: «Sono il principale responsabile degli errori. Cambi tardivi? Non è vero»

Sul ritorno a Roma: «E' la prima volta che torno a Roma da avversario dopo aver allenato i giallorossi, ma ci arrivo pensando solo al Cagliari e a cercare di fare una grande partita. Ho sentito Fonseca dire che loro vogliono vincere per rifarsi dell'ultima sconfitta, noi invece vogliamo recuperare qualche punto lasciato per strada. Dovremo farlo giocando di qualità, al di là degli schemi. Bisogna fare le giuste scelte negli uomini e scendere in campo con personalità e la forza per affrontare una squadra che sulla carta qualitativamente ci è superiore. Per sopperire a questo gap dovremo fare una grande partita. Io sono abituato alle pressioni e al pubblico. Certamente vedere l'Olimpico senza tifosi non sarà la stessa cosa, anche se dopo essere stato calciatore e giocatore della Roma sarà un giorno particolare per me. Ci sono tanti affetti a Roma, tante persone alle quali voglio bene, è una squadra che mi ha dato tantissimo. I ricordi? Troppo facile dire la semifinale di Champions, a Roma c'è stato un percorso e la crescita di tanti giocatori come Zaniolo. Nicolò ha debuttato con me, a sorpresa, al Bernabeu e adesso è il giocatore che tutti conosciamo. Sono soddisfazioni che mi sono tolto pur attraverso alcune difficoltà che fanno parte di un percorso, ma a Roma torno molto volentieri. Ricordo da calciatore? Ovviamente lo scudetto. Poi ci sarebbero tante altre cose da dire, ci sarebbe da fare un'intervista a parte».

Una precisazione sul concetto di "equilibrio": «Schemi? A volte li cambio anche in corso d'opera perché la scelta sta dando dei risultati e metto i giocatori nelle condizioni migliori per rendere. Ciò che non deve cambiare è la mentalità e lo spirito. Ci sono anche gli avversari ma la filosofia di questa squadra non cambia, cercheremo sempre di tenere la difesa alta. Sta passando l'idea che equilibrio significhi rinunciare a giocare, non è così. A volte la manovra offensiva può essere meno qualitativa ma questo ci può stare. Roma? E' una squadra che gioca molto in verticale e porta molti giocatori in zona centrale, ma non ha molto possesso palla. Io e Fonseca abbiamo giocatori e filosofie di gioco differente, impossibile fare un paragone».

Sul calo di rendimento di Joao Pedro: «Joao è sceso un po' dal punto di vista della qualità delle giocate, ma rimane l'unico calciatore in rosa che può decidere una partita da un momento all'altro. Da un punto di vista fisico è invece cresciuto tantissimo, me lo ha confermato anche lui».

Dopo la "crisi" covid è il momento per riprendere la strada giusta: «E' un dato di fatto che quando stavamo iniziando a giocare bene e a ottenere risultati è arrivato il covid che ci ha frenato un po', ma questo non è un alibi. Ci sono state prestazioni ottime e altre altalenanti. Ma è un po' la storia del nostro campionato, è un periodo particolare. Prendete il gol preso con l'Udinese? Se Riccardo Sottil fosse stato più scaltro e avesse fatto ribattere la ripresa del gioco più dietro forse avremmo evitato di prendere il gol. Che regalo voglio per Natale? Un risultato positivo domani».

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