Bundesliga, un modello che fa scuola: Liga e Premier a lezione di tedesco

Bundesliga, un modello che fa scuola: Liga e Premier a lezione di tedesco
di Alessandro Angeloni
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Martedì 19 Maggio 2020, 07:30
Partiamo dalla buona notizia: il Celtic ha vinto il campionato scozzese per la cinquantunesima volta, la nona di fila. Il titolo è stato assegnato, visto chela Scozia ha scelto di non ripartire, seguendo gli esempi di Belgio, Olanda e Francia. E questa non è una buona notizia per chi ama il calcio e ha negli occhi la Bundesliga (il 6 giugno riparte pur eil campionato greco). In questa battaglia, come visto, c’è chi si è arreso e c’è chi tenta, lotta (o fa finta di farlo) di ricominciare, come l’Italia, e c’è pure chi, come Spagna e Inghilterra, è ormai intenzionato a ripartire. Sarà un viaggio verso un calcio di secondo livello, incompleto, ma come noto, il pallone muove interessi economici e si cerca di salvarlo. Per non parlare dell’effetto terapeutico che ha questo sport sulla gente, costretta all’astinenza da più di due mesi. Tanta gente ha dimostrato, guardando la Bundesliga, di potersi accontentare in questa fase di mezzo, un po’ anonima. E’ chiaro come il campionato tedesco abbia fatto o stia facendo da apripista per gli altri maggiori tornei europei. Tra questi sicuramente ci sono Liga e Premier, che intanto hanno riaperto al lavoro sul campo. La Spagna, ad esempio, ha scelto di fare un tour de force, giocando tutti i giorni occupando il mese di luglio, partendo da metà giugno, per le undici giornate rimanenti. L’ultima parola spetta al governo e comitati scientifici, ma questo è il piano: squadre in campo tutti i giorni della settimana, con un intervallo di 72 ore tra una partita e l’altra. Si gioca di sera, in un orario che va dalle 20 alle 23, dove fa più caldo, come in Andalusia. Gli orari, come ben sappiamo, aiutano anche le tv, che potranno trasmettere tutte le partite, senza grosse sovrapposizioni. E questo significa. 1) Non creare disuguaglianze tra tifoserie/telespettatori e 2) Spalmare su più eventi possibili gli spazi pubblicitari. Con una ripresa del campionato fissata per ora il 12 giugno (data indicativa, 20 l’alternativa), Tebas, il presidente della Liga, ha potuto dare l’ok alla ripresa degli allenamenti collettivi. Ieri è ripartita la preparazione, con qualche, ovvio, paletto: gruppi sì, ma di massimo dieci persone. «Mi sono congratulato con loro perché hanno fatto uno sforzo significativo. Abbiamo lavorato molto insieme in questi mesi, ci siamo scambiati protocolli, idee… Sono molto orgoglioso della Bundesliga, non è stato facile, sono stati i primi, è un esempio da seguire», le parole di Tebas.
OLTRE MANICA
Riprende il lavoro vero anche in Premier League. Tutti i inglesi hanno detto sì all’unanimità agli allenamenti a gruppo. E’ il primo passo del ‘Return to Training’: le squadra potranno allenarsi mantenendo le distanze sociali. Gli allenamenti di contatto non sono ancora consentiti. «Questa prima fase è stata concordata in consultazione con giocatori, dirigenti, medici di club della Premier League, esperti indipendenti e governo», ha reso noto la Lega inglese. E il campionato? Con un protocollo condiviso (nel caso in cui un giocatore risultasse positivo verrebbe subito isolato, senza però costringere tutta la rispettiva squadra alla quarantena, per permettere il normale svolgimento delle competizioni), non si esclude che Klopp e soci potranno riportare in campo le squadra intorno alla metà di giugno. Purtroppo si dovranno adeguare tutti, anche chi, come Guardiola (tecnico del City), a causa del coronavirus, ha perso la mamma. 
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