A Zurigo si assegna il Pallone d'oro:
Neuer prova a parare Messi e Ronaldo

A Zurigo si assegna il Pallone d'oro: Neuer prova a parare Messi e Ronaldo
di Benedetto Saccà
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Lunedì 12 Gennaio 2015, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 20:06
Lo si voglia o meno, la consegna del Pallone d'oro pone sempre un intreccio di interrogativi sui criteri legati all'assegnazione. Questa volta lo scenario è pure corredato da una congiuntura che posa i giurati davanti a una questione, per così dire, di coraggio. Oggi sapremo: la Fifa svelerà l'identità del vincitore nella cornice della Kongresshaus di Zurigo, a capo di una cerimonia in corso dalle 18. Come si sa da dicembre, i finalisti sono il detentore Cristiano Ronaldo del Real Madrid, Lionel Messi del Barcellona e Manuel Neuer del Bayern Monaco.



Due attaccanti e un portiere: tre fuoriclasse. Mai come in questa occasione l'indecisione corre sul filo, anche se non pare inutile ricordare che gli oltre 600 elettori, ovvero i ct e i capitani di tutte le nazionali e un'élite di giornalisti, hanno espresso il voto entro il 21 novembre scorso. Tutto è stato deciso, insomma, ma niente si può ancora sapere. I dirigenti del Barça, intanto, hanno annunciato che mancheranno l'appuntamento, visto il blocco del mercato imposto dalla Fifa.



IL MITO

Va annotato che da Zurigo, ieri sera, un vento lieve, quasi un sospiro, sussurrava il nome Neuer e lo accompagnava verso il trionfo. Un portiere, chissà. È vero, il tedesco ha ridisegnato il profilo del ruolo e ha vinto il Mondiale proteggendo la porta della Germania, ma sappiamo pure che sfarinare le consuetudini non è un gesto particolarmente amato e praticato dai signori della Fifa. Occorre una buona dose di coraggio, si diceva, per sgonfiare le comode monotonie, per imprimere le svolte, in due parole: per cambiare. Soltanto Lev Yashin, il portiere dell'Urss, è riuscito a compiere l'acrobazia del Pallone d'oro. Era però il 1963, oltre mezzo secolo fa: e ormai l'andare del tempo ha mutato le nostre mappe. Variazione sul tema, anche gli «estremi» Dino Zoff, Oliver Kahn e Gianluigi Buffon sono stati capaci di salire sui gradini meno prestigiosi del podio, tramandando comunque, per asimmetria, il mito di Yashin. Diego Maradona e Michel Platini hanno dichiarato alla stampa di considerare Neuer il più meritevole del trio e, immediatamente, si sono dovuti mettere al riparo da un'ondata circolare di critiche. Figurarsi che Maradona è pure connazionale di Messi... Al proposito, l'argentino del Barcellona è reduce da un'annata grigia, ma sogna il quinto Pallone d'oro della carriera, un record impensabile. Viceversa, da campione d'Europa in carica, il madridista Cristiano Ronaldo insegue il terzo acuto, un traguardo tagliato solo da stelle come Cruijff, van Basten e Platini. A pesare sul piatto della bilancia, poi, ecco i 61 gol disseminati da Ronaldo nell'arco del 2014. Il nodo però è sempre legato ai metodi della scelta e, a rifletterci, la domanda che affiora è solo una: il Pallone d'oro deve premiare il miglior calciatore della stagione o il miglior calciatore in assoluto? Non esistono direttive che siano studiate per dettare un perimetro all'argomento. E, così, la diffusa discrezionalità della formula espone il verdetto a risultati boicottati, certo figli di correnti divergenti.



CARLO & STEPHANIE

Quanto agli altri riconoscimenti, i finalisti del Pallone d'oro degli allenatori sono Carlo Ancelotti del Real Madrid, il ct della Germania, Joachim Löw, e Diego Simeone, l'allenatore dell'Atletico Madrid campione di Spagna. Una ragazza, l'irlandese Stephanie Roche, contenderà infine il premio per il miglior gol della stagione a James Rodriguez e a Robin van Persie. Anche qui, basterà solo un filo di coraggio.