Signori: «Tanta paura io e il mio cuore, ora ringraziamo tutti»

Signori: «Tanta paura io e il mio cuore, ora ringraziamo tutti»
di Valerio Cassetta
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Sabato 26 Gennaio 2019, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 13:06
«Lo spavento è stato grande, ma il peggio è passato e adesso sto bene». Beppe Signori, vice campione del mondo con la Nazionale nel 1994 ed ex attaccante della Lazio con cui vinse per tre volte la classifica cannonieri negli anni ‘90, rassicura tutti sul suo stato di salute. Cinque giorni in terapia intensiva cardiologica per un’embolia polmonare al Sant’Orsola di Bologna. «In ospedale è andato tutto alla perfezione», sottolinea l’ex bomber. «Il mio cuore ed io vi ringraziamo» scrive su Instagram, dedicando un post agli amici e ai medici che lo hanno soccorso. «Vi assicuro che sto bene. C’è gente che sta peggio di me, non voglio fare la vittima» spiega Beppe, che non vuole essere compatito e guarda avanti. Al telefono la voce è squillante con quell’inconfondibile accento del nord (è nato al Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, il 17 febbraio 1968). Ride e scherza, cercando di lasciarsi alle spalle la paura. Un sentimento condiviso dalla famiglia. «Beppe è stato dimesso dall’ospedale e ora sta meglio – assicura il papà Giobattista – Siamo stati in contatto telefonicamente, lo andrò a trovare nei prossimi giorni». Tra le cause della patologia potrebbe esserci lo stress, ma non sarebbero da escludere possibili collegamenti con un problema muscolare al polpaccio accusato nel 2006. All’epoca Signori, dopo aver indossato le maglie di Foggia, Lazio, Bologna, Sampdoria e dei greci dell’Iraklis, giocò per un anno con il Sopron in Ungheria. Un’avventura finita anzitempo per una lesione muscolare (così fu scritto nel comunicato della società ungherese), preludio al ritiro dal calcio giocato.
AFFETTO E STIMA
«Mi hanno chiamato in tanti per sapere delle mie condizioni - dichiara Signori -. Ho avuto un problema, ma mi hanno curato e per fortuna è passato». La notizia ha fatto il giro del web in poche ore e anche sui social network non sono mancati gli attestati di stima. «E segna sempre lui, si chiama Beppe Signori» è il commento più utilizzato dai tifosi della Lazio per esprimere affetto all’ex attaccante. Un messaggio che riproduce il coro che l’Olimpico intonava a «Beppe gol», autore di 152 reti in biancoceleste. «Se mi hanno fatto piacere? Ci mancherebbe! Certo che sì, anche se avrei preferito riceverli in un’altra circostanza - racconta l’ex laziale -. In ogni caso l’affetto dei tifosi, soprattutto quelli laziali, non mi è mai mancato e non me lo dovevano dimostrare. Vorrei ringraziarli: essere ricordato così credo sia la cosa più importante per un giocatore che ha smesso di giocare da tanti anni».
 
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