Roma, da Belotti a Scamacca: ecco il piano d'attacco

Roma, da Belotti a Scamacca: ecco il piano d'attacco
di Stefano Carina
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Venerdì 26 Marzo 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 17:47

Presente e futuro hanno lo stesso volto. Quello di Dzeko. Fondamentale per il finale di stagione (campionato e Europa League) ma probabilmente ancor più decisivo per le dinamiche estive del club. Inutile girarci intorno: dalla partenza di Edin, dipende che tipo di centravanti arriverà. Da due anni e mezzo, non trascorre sessione di mercato che il bosniaco non abbia le valigie pronte. Più volte è stato ad un passo da un trasferimento (Chelsea, Juventus, Inter) che non s’è mai concretizzato. Una volta perché non era soddisfatto dell’offerta ricevuta, un’altra per l’impuntatura della moglie Amra nel restare nella Capitale, un’altra ancora per un triangolo con Higuain e Icardi non andato in porto. Senza dimenticare il voltafaccia ricevuto a settembre dalla Juve e il mancato scambio con Sanchez a gennaio. Il tormentone è pronto a ricominciare a giugno. Stavolta, però, potrebbe diventare più difficile trovare una sistemazione consona. Edin ha da poco festeggiato 35 anni, guadagna 7,5 milioni e ha ancora un anno di contratto. Per muoversi cerca un club di prima fascia che gli possa garantire almeno lo stesso stipendio e un accordo sino al 2023. Non semplice in un calcio che, funestato dal Covid, gioca al ribasso sugli ingaggi e sul costo dei cartellini. 

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GREEN LINE 
Partendo da questo presupposto, se Dzeko dovesse decidere di restare, lo scenario per il prossimo attacco della Roma è già delineato: lui, Mayoral (per il quale la Roma è pronta a pagare 1 milione per il rinnovo del prestito) e un altro 9 giovane, sul quale puntare per il futuro.

Un profilo alla Scamacca, per intenderci. Qualora il bosniaco dovesse invece esser ceduto, il panorama che si apre è molto più vasto. Nel giro di colloqui che Pinto ha effettuato con diversi agenti nelle ultime settimane, ha lasciato più volte intendere come l’idea del club sia quella di puntare sulla «green-line». Termine ripetuto più volte che a pensarci bene fa rima con progetto a medio-lungo termine. In quest’ottica il database di Charles Gould potrebbe sbizzarrirsi: Malen (Psv), Gouiri (Nizza), Kalajdzic (Stoccarda), Nunez (Benfica), i giocatori non mancano. Da questa lista rischia di dover esser depennato Vlahovic: la Roma - prima di prendere Mayoral - lo scorso anno è stata ad un passo dal serbo. L’offerta di 18 milioni non è bastata. Ora l’esplosione del viola ha fatto lievitare il prezzo e il contratto scade tra due anni. Non un dettaglio. 

SOGNO GALLO 
Ci sono però delle opportunità che potrebbero materializzarsi a breve. Il riferimento è a Belotti. Scadenza nel 2022, Torino che rischia la serie B, ciclo che dopo 6 anni e 103 reti sembra arrivato al capolinea, ingaggio sostenibile (2 milioni che arrivano a 2,5 in caso di approdo in Champions): il nazionale azzurro è arrivato al bivio della carriera. Per ora, nonostante le avance di Cairo, da ottobre rifiuta di sedersi al tavolo con i granata. Da due anni, non ha un procuratore: si fa assistere dalla moglie e da un legale di fiducia, dopo aver rotto con l’agente storico Lancini, anche se si confronta spesso con la famiglia Branchini. Il Milan lo tenta da tempo e l’operazione di Meite a gennaio in rossonero è sembrato il prologo di qualcosa che potrebbe accadere a giugno. In seconda fila c’è però la Roma (in terza, più distaccato, il Napoli) che al momento - al di là di qualche mandato esplorativo attraverso intermediari di fiducia - attende di capire cosa accadrà con Dzeko. Si torna quindi al punto di partenza: Edin sarà decisivo. Per il presente e il futuro. 

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