BARDI CHIUDE LA PORTA NAPOLI VA IN MAXI TILT

BARDI CHIUDE LA PORTA NAPOLI VA IN MAXI TILT
di Marco Ciriello
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Lunedì 15 Settembre 2014, 06:04 - Ultimo aggiornamento: 16:10
NAPOLI A conferma che un portiere non è mai solo un portiere ma sempre un mondo, perché se davanti ha dieci uomini dietro ha sempre una storia, arriva Francesco Bardi. Misto di acciaio e caucciù, messo in porta a Livorno, a quattro anni, all'asilo, da una suora rumena che alla destra di Gesù aveva un campo. E, lui, contento, di starci, almeno fino a quando non doveva raccogliere il pallone alle sue spalle. Quando prendeva gol ci piangeva su e aveva bisogno del padre per riprendersi. Per tornare in porta, dove poi è rimasto. Parando il suo primo rigore in serie A, diventa uomo, e permette al Chievo di battere il Napoli. Il gol della vittoria lo segna Maxi Lopez, il rigore lo sbaglia Higuain, il resto è tutto Bardi. Nome da libro “Cuore”, da fante, ed è quello che diventa – a difesa del muro giallo del Chievo, eretto dal colonnello Corini – parandole tutte. E, così, dallo spalla a spalla di Benitez – invocato in settimana – si finisce al mani e mani di Bardi, quelle sulla partita, dai cross ai tiri e che nel rigore diventano definitivamente gli arti che consentono a buona parte del San Paolo di contestare squadra e società. Il Napoli si specchia nella porta del Chievo, cerca la risposta alle domande di Benitez, prova a misurare la sua forza ma l'immagine riflessa è quella di Bardi.

PIPITA A SECCO

Il Chievo subisce per tutto il tempo, se ne sta ripiegato a ribattere il Napoli, in trincea, tanto che alla fine lo prende per stanchezza. Ma non era affatto scontato, quando al venticinquesimo Cesar sgambetta Higuain in area, tutti pensano che è fatta, il Napoli che trova il premio per aver attaccato a ripetizione, Benitez – capace di citare i “Monty Python” in conferenza stampa –, e i tifosi pronti a ricredersi. Higuain tira, dall'alto della mira avuta nel campionato passato, alla destra di Bardi: che si allunga sul palo e para. Sliding doors, la partita cambia, il campo gira. Il Napoli continua a tenere il pallone e ad attaccare, il Chievo a difendersi ma ha negli occhi Bardi che para e para e para. Arteria della partita. Tanto che quando si torna in campo, al quarto, Maxi Lopez – che già aveva preso una traversa – forse per le notizie che arrivavano da Milano (tripletta di Icardi), forse perché presente a se stesso a differenza di Albiol e Koulibaly, stoppa e deposita nella porta di Rafael il gol della vittoria, capitalizzando tutti gli sforzi di Bardi. Il colonnello Corini non crede ai suoi occhi, i soldati Cesar e Dainelli si stringono a coorte intorno al loro portiere e il resto è spreco napoletano. La partita ha preso la piega Bardi, è qui che nasce un portiere. Isolato guastafeste. Evitando i gol, rema contro il vero spirito del calcio e le invenzioni di Hamsik, a favore del sandalo di Brian di Nazareth che prende la forma del brontolio del San Paolo. Una vasca vuota. Dove rimane, solo, Francesco Bardi, portiere, capace di anticipare, tutti, persino la sera.

Marco Ciriello

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