Balzaretti: «Senza Totti e De Rossi manca la romanità, a Petrachi consiglio Tonali»

Balzaretti: «Senza Totti e De Rossi manca la romanità, a Petrachi consiglio Tonali»
di Gianluca Lengua
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Venerdì 10 Aprile 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 11:13
Federico Balzaretti racconta il calcio con una passione sterminata, l’ex terzino e dirigente della Roma non riesce a vedersi lontano dal rettangolo verde e resta in attesa che tutto torni alla normalità.
Quando si potrà ripartire con il calcio?
«Solo quando il rischio sarà pari a zero. Terminare la stagione sarebbe il segnale migliore, anche se in questo momento il calcio è la cosa meno importante perché si parla di vite umane. Con l’iniziativa “Insieme per Palermo” abbiamo raccolto fondi per le famiglie, sono queste le cose contano adesso».
Sta studiando per diventare un dirigente del futuro?
«Sì, sono iscritto al programma Executive Master for International Player della Uefa. È un master su marketing, comunicazione, psicologia e tanto altro. Mi piacerebbe restare nel calcio. Amo viaggiare per il mondo a scoprire talenti. Vorrei un ruolo di direzione sportiva che per gradi possa diventare di direzione generale».
È d’accordo con il taglio stipendi dei calciatori?
«Ogni club deve essere libero di trattare con i propri tesserati, ma ci dovrebbe essere il taglio di una parte fissa per tutti quelli che guadagnano sopra un certo livello. Questa deve essere una sorta di cassa che va a sostentamento di chi guadagna poco».
Come sarà il mercato post coronavirus?
«Non sono favorevole a un mercato di tre mesi, ne basta uno. Molto dipenderà dai bilanci delle società: chi si basa sull’andare in Champions è più penalizzato».
E alla ripresa che campionato sarà?
«La serie A sta tornando ad essere il campionato più bello d’Europa e lo stop non inciderà perché si sono fermati tutti».
La Lazio può vincere lo scudetto?
«Mi ha stupito. Insieme all’Atalanta ha dimostrato che avere stesso allenatore e tenere i calciatori per tanti anni può premiare».
È un suggerimento alla Roma?
«No. Sono politiche differenti. È impossibile paragonare i due club perché la Roma deve vendere».
Come giudica Fonseca?
«Mi è piaciuto dal suo modo di comunicare a quello di porsi. Tutti nell’ambiente ne parlano bene, non ho mai sentito un giocatore parlarne male. Ha capito come vivere certi momenti in maniera equilibrata, senza alzare i toni ma con personalità».
Come spiega le critiche a Pallotta?
«Al di là delle vittorie, ciò che è sempre andato a peggiorare è stato il rapporto con la gente. Dal punto di vista sportivo la Roma ha fatto una semifinale di Champions, il record di punti ed è sempre arrivata sopra la Lazio. È mancata l’empatia con i tifosi sopratutto nelle ultime due stagioni in cui è venuto poco a Roma».
È stato sbagliato privarsi di Totti e De Rossi?
«È una scelta coraggiosa, ma il club ha scelto di allontanarsi dalla romanità. Ora è un brand mondiale. Vedremo se i risultati gli daranno ragione».
Zaniolo ha le carte in regola per diventare il nuovo Totti?
«È impossibile sostituire Francesco, il paragone non fa bene a nessuno. Zaniolo può diventare uno dei calciatori più forti in Europa. Ne sono innamorato, entra in campo sereno, non sente le pressioni ed è consapevole della sua forza».
Quale giovane consiglierebbe a Petrachi?
«Sandro Tonali. Insieme a Zaniolo è tra i più forti che c’è. Il peso lo dà il ruolo che ricopre perché è capace di prendere in mano il centrocampo».
La Juve di Sarri le ha dato un’impressione di solidità? 
«Non è la Juventus che vuole lui. A Torino hanno preso Sarri non per i risultati, ma una bellezza di gioco diversa». 
Chi tra Gattuso, Sarri, Conte, Gasperini, Inzaghi e Fonseca si approccerà meglio al campionato dopo lo stop?
«Quello che conosce meglio le sua squadra, quindi, Gasperini perché l’Atalanta è un rullo compressore». 
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