LIVELLI
Ebbene, è a questo tipo di squadre che ormai bisogna paragonare l’Atalanta. Non ci si sorprende più della qualità e dell’efficacia del suo gioco. Una macchina da gol. Certo, in un calcio che dopo il lockdown è molto cambiato: tutti segnano di più. Specialmente in Italia: dopo i 1.154 gol della scorsa stagione, a una media che non si registrava da più di 60 anni, in questo nuovo inizio si è di nuovo alzato il ritmo, siamo a 3,4 reti a partita. L’Atalanta, da sola, ne fa di più. Le partite le risolve nel primo tempo. Chiaro che non potrà mantenere a lungo questa velocità di crociera, ma le avversarie finora incontrate erano tutt’altro che morbide, compresa una favorita se non per il titolo, almeno per la zona Champions, la Lazio. Considerare l’Atalanta una semplice outsider, per quanto bella, bellissima, non è più sufficiente. Non si può più nascondere. Soprattutto dopo avere scoperto le difficoltà di approccio di Pirlo e dopo aver visto l’Inter in difficoltà contro quella Lazio che la squadra di Gasperini ha appena travolto. Del resto, l’Atalanta di oggi è anche sulla carta più forte di quella che già aveva sfiorato la semifinale di Champions. Non solo la società non ha cercato di monetizzare i recenti successi mettendo sul mercato i migliori, ma ha agito per rinforzare la rosa. Peraltro, il progressivo inserimento del club nella fascia alta della Serie A (negli ultimi quattro anni due terzi, un quarto e un settimo posto), accompagnato dalle buone prestazioni europee, ha consolidato il bilancio al punto che oggi, al netto delle plusvalenze, la società bergamasca ha ricavi superiori a quelli della Lazio. Se giochi bene e vinci, vendere è meno impellente.
I NUOVI
I nuovi che arrivano, anche se non sono fenomeni, fanno meno fatica a inserirsi in un meccanismo collaudato. Romero si è già messo a comandare la difesa, Lammers è entrato ed è andato subito in gol, Miranchuk lo vedremo quando sarà guarito. Gasperini ha detto che farà più rotazioni di un anno fa. Sarà più facile perché pure gli Hateboer e i Gosens, esterni piuttosto spremuti, hanno ora ricambi adeguati. Per non parlare dell’attesa per il ritorno di Ilicic. Sì, è un’Atalanta da scudetto.
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