Atalanta, Percassi: «Sogno la Champions, Bergamo la merita»

Percassi
di Alvaro Moretti
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Venerdì 26 Giugno 2020, 07:30
I segni del virus a Bergamo ce li hanno dentro tutti, non li vogliono negare. Li vogliono, però, superare. Li aiuta parecchio una squadra di calcio, l’Atalanta costruita con un progetto nato dal sogno di Antonio Percassi, ex terzino e imprenditore di successo, di prendere la guida del “suo” club per una seconda volta e stavolta da solo. Dopo la rimonta sulla Lazio, il silenzio della notte squarciato – stavolta non dalle sirene – ma dai clacson di una festa di popolo improvvisata. Erano fuori dal Gewiss Stadium ancora vuoto. E che ora risuona dei martelli pneumatici: proprio ieri hanno cominciato i lavori per tirar giù la tribuna Ubi Banca. 
Percassi, c’è un prima e un dopo, qui a Bergamo e dintorni. E l’unica cosa che sembra uguale è proprio l’Atalanta. Vinceva, vince, segna e fa suonare i clacson. E in mezzo?
«In mezzo per tutti noi c’è stato un periodo triste e buio... Ci sono state moltissime vittime, persone anziane che hanno fatto la storia di Bergamo. Era una cosa inimmaginabile prima, da cui ora dobbiamo solo imparare, guardare avanti e ripartire».
L’Atalanta può dare una grande mano a Bergamo per la sua ripartenza: sente questa responsabilità?
«La sentiamo tutti, il mister Gasperini e la squadra in primis visto che poi sono loro che scendono in campo. Le assicuro che sono tutti profondamente segnati da quanto successo qui a Bergamo e vogliono dare sempre il massimo e, se possibile, anche di più per regalare un po’ di gioia e sorrisi ad un ambiente che ha sofferto e continua a soffrire molto».
Il campionato è ripartito con il record di gol ma siete già tra le prime otto d’Europa: ogni tanto le capita di sognare di vincerla davvero la Champions?
«E’ un sogno fantastico... Ma che rimarrà solo un sogno! Guardi, non lo vorrei tanto per me, ma per la nostra città, per la nostra gente che quest’anno è stata profondamente segnata e provata da questa pandemia. Tutti i bergamaschi, anche per come hanno affrontato questa emergenza e per come stanno reagendo, si meriterebbero questa importantissima coppa. Se la merita tutto il personale medico, gli infermieri, la protezione civile, i volontari, i nostri tifosi che si sono resi disponibili fin da subito per aiutare la città. Una squadra fantastica di cui siamo orgogliosi».
Calciatore di buon livello, imprenditore di successo. Ma un legame indissolubile con l’Atalanta: calciatore, presidente per due volte.
«L’Atalanta sarà sempre nel nostro Dna. Qui devo fare un ringraziamento particolare a mio figlio Luca (anche lui ex calciatore del Chelsea, ndr) che ormai è diventata la colonna portante della società, è completamente dedicato all’Atalanta, con ottimi risultati direi».
Un paradosso per un difensore d’altri tempi come lei, ingegner Percassi: alla guida della squadra più offensiva d’Europa. Dica la verità il gioco di Gasperini le fa venire un po’ i brividi?
«Tempi diversi, calcio diverso. Ma non per questo il “mio” calcio era meno bello o appassionante. I brividi? Certo che mi vengono a guardare l’Atalanta: gioca per divertirsi e far divertire».
A Bergamo sta nascendo una grande d’Europa: fatturato che lievita, uno stadio in costruzione, scouting. Come si migliora una squadra così?
«Passione per il Mondo Atalanta, grande competenza, professionalità, senso della squadra e il lavoro di mio figlio».
Il successo per lei è... Uno scudetto, una coppa?
«Il successo per noi è far divertire e appassionare la gente, le famiglie.. il nostro obiettivo rimane comunque ogni anno raggiungere il prima possibile la soglia salvezza… Poi sognare, che non costa nulla».
Gasperini era a un passo dalla Roma: ha scelto il progetto Atalanta, ha avuto ragione lui. Crede che vedremo ancora scelte come queste? Sarà il suo Ferguson?
«Con Gasperini abbiamo iniziato un ciclo importante, che ha riscritto la storia dell’Atalanta. Un ciclo che ci auguriamo duri il più a lungo possibile».
Con la Lazio, partita a parte, è nata una rivalità vera d’alta classifica: lei e Lotito siete lontanissimi in tutto, forse vicini nella capacità di creare grandi gruppi e competere al massimo senza buttare via i soldi?
«La bellezza sta nella diversità e nella capacità di raggiungere i proprio obiettivi».
Ma si può recuperare il rapporto con Lotito, dopo le liti?
«Perché? Con Lotito non ci sono problemi».
Il calcio post-Covid sarà a misura di progetti come quello dell’Atalanta?
«L’Atalanta continuerà il suo percorso. Il Covid-19 ha segnato le nostre vite toccandoci nel profondo. Ma siamo bergamaschi ed abbiamo la capacità di non mollare mai. Sapremo adattarci nella speranza che tutto possa ripartire regalandoci una nuova normalità».
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