Da Gasperini a Ilicic e Percassi ecco l’Atalanta, la Dea dei sorrisi

Da Gasperini a Ilicic e Percassi ecco l’Atalanta, la Dea dei sorrisi
di Alessandro Angeloni
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Giovedì 12 Marzo 2020, 09:30
Il fenomeno, Ilicic, nel fenomeno Atalanta. Due facce di una città, Bergamo, intristita dal Coronavirus, così come tutta la Regione che la culla e l’intero il Paese finito in un tunnel da cui sta cercando di uscire con ogni forza. L’atmosfera è pesante, in questo momento nasconde e non valorizza: l’Atalanta stupisce e prova ad aprire una porta in uno sport, che invece sta chiudendo tutto. Ciò che sta accadendo nel gruppo di Gasperini è eccezionale, magico, oltre ogni lieto finale di una favola. Un miracolo? No, qui siamo avanti l’estemporaneità e sarebbe offensivo per la famiglia Percassi, che ha inventato un modello virtuoso, senza improvvisare. Un progetto, qui sì la parola ha un peso, cominciato e portato avanti con coerenza, investendo nelle strutture, dalla massima attenzione al monte ingaggi, sempre contenuto, fino a una oculata gestione delle plusvalenze, sbagliando difficilmente le cessioni (Spinazzola, Caldara, tanti soldi in cassa a abbassamento al minimo del tasso tecnico), dagli investimenti sul centro sportivo di Zingonia al settore giovanile. E in tutto questo Percassi ha trovato l’uomo giusto, Gasperini, invogliandolo a restare a Bergamo anche davanti alle tentazioni di una grande piazza come Roma. Un’offerta che Gasp stava anche per accettare, credendo che in nerazzurro di più non potesse fare. E invece il punto è proprio questo: sta facendo di più. Dal 2011, anno del ritorno in serie A, a Bergamo si sono alternati pochi allenatori: Antonio Conte, sostituito prima da Bonacina e poi da Mutti, con Colantuono, rimasto poi cinque anni, è stata trovata la continuità; dopo Reja, è cominciata l’èra Gasperini.

CHAMPIONS BELLEZZA
L’Atalanta, che aveva cominciato malissimo l’avventura europea, ora ai quarti di Champions League ci sta benissimo, tanto per contraddire le parole di Agnelli, che sogna una SuperLega nel nome del blasone. Ma la Dea va avanti con i fatti e i risultati, il blasone se lo vuole costruire: oggi è bella, fresca, con talento, non necessariamente con i giovani. Incanta in Europa più della Juventus di Sarri. Ilicic entra nella leggenda dei migliori della Champions. Quattro gol in una partita significa entrare in un club esclusivo: è il sedicesimo ospite di quel gruppo, almeno da quando si chiama Champions. La compagnia ha grandi nomi: van Basten, Simone Inzaghi, Shevchenko, Ibrahimovic, Prso, van Nistelrooy, Ronaldo, Messi (una volta 4 e una 5), Gomis, Adriano (una cinquina), Gnabry, Lewandowski (con due maglie), Mario Gomez. E Percassi se la gode. «Sono orgoglioso. Regalata una gioia a Bergamo e a tutta l’Italia in un momento difficile e delicato a causa di un virus maledetto che sta stravolgendo le nostre vite. Una vittoria dedicata a Bergamo, a tutti i medici e gli infermieri che stanno incessantemente prestando la loro opera, a tutti coloro stanno soffrendo a causa di questo virus». 
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