​Caos arbitri, la rivoluzione che fa paura alla Figc. Rizzoli verso l'addio

Caos arbitri, la rivoluzione che fa paura alla Figc. Rizzoli verso l'addio
di Emiliano Bernardini
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Domenica 30 Maggio 2021, 07:30

La rivoluzione è un atto violento e comporta sacrifici, a volte dolorosi. Alfredo Trentalange, presidente degli arbitri dal 14 febbraio, lo avrà messo in conto quando ha deciso di dichiarare guerra all’ancien régime. Quello costruito da Marcello Nicchi nei suoi 12 anni di presidenza. E l’obiettivo del nuovo capo dei direttori di gara italiani è proprio fare piazza pulita del passato. Un obiettivo che per qualcuno è diventato ossessione, che ora rischia di metterlo in difficoltà. In questo contesto emergono le due inchieste che negli ultimi mesi hanno coinvolto le giacchette nere. La prima è relativa ai voti truccati nella Can di B per pilotare le carriere decidendo a tavolino promozioni e bocciature. Coinvolti l’ex responsabile dell’allora organo tecnico di B Emidio Morganti, con il vice Christian Brighi e il segretario Davide Garbini. La seconda, che la stessa Aia ha voluto portare alla luce mentre la Figc ha ordinato un audit interno per verificarne la ramificazione, riguarda i rimborsi gonfiati. Scandalo che ha coinvolto due fischietti di serie A: Pasqua e La Penna, e uno di serie B, Robilotta. Trentalange è deciso a proseguire nonostante queste inchieste abbiano dato un’altra grossa picconata alla credibilità degli arbitri già minata dal campo. L’ultima è stata sicuramente una delle stagioni peggiori per i direttori di gara. 
GRAVINA PREOCCUPATO
Ferme restando le responsabilità da perseguire, la rivoluzione dettata dal nuovo corso contro la precedente gestione, però, rischia di ritorcersi contro la stessa classe arbitrale. È questa la preoccupazione che serpeggia da giorni in Figc.

Si teme che un’Aia continuamente sottoposta a queste scosse telluriche possa destabilizzare tutto il sistema, non tutelando soprattutto i giovani arbitri impegnati nelle categorie dilettantistiche. Anche all’interno dell’Aia più di qualcuno comincia a storcere il naso. Manca autorevolezza nel Comitato nazionale. Non c’è nessun ex arbitro internazionale tra i vertici. E il più noto, il vice presidente Duccio Baglioni, ex assistente, è considerato il braccio armato di Trentalange. L’Aia oggi si trova con pochi arbitri di prospettiva. Il livello tecnico è molto basso, ma questa non è una colpa del nuovo presidente (anche se è stato per anni presidente del Settore Tecnico arbitrale). Piuttosto gli si rimprovera di non averlo posto tra i problemi principali da risolvere. Anzi, tra le idee che frullano nella mente di Trentalange ci sarebbe quella di dismettere Nicola Rizzoli per tornare a formule e nomi ripescati da un lontano passato.

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